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Corpo e anima. Le immagini simboliche e il processo di guarigione

Corpo e anima
Le immagini simboliche e il processo di guarigione
Antonella Remotti

a cura di Dr.ssa Lucia Carluccio*

Abbiamo bisogno di storie che donino speranza, di racconti che diano senso all’esistenza e che ci portino a interpretare il mondo che abitiamo e soprattutto il mondo che siamo e che, spesso, possiamo avvertire come estraneo e persino nemico. “Pervenire a una totalità integratrice” è una necessità e ce lo spiega chiaramente Antonella Remotti, psicologa e psicoterapeuta, docente e membro del comitato scientifico dell’Istituto Aneb, attraverso la storia di Arthur, uomo affetto da SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica. Nel saggio “Corpo e anima”, edizioni Magi, la dottoressa Remotti racconta ciò a cui ha portato il percorso di psicoterapia intrapreso con Arthur, uomo sì molto malato e sofferente, ma anche amante della vita e desideroso di guarire con tutto sé stesso. Se era la speranza ciò che cercavamo, in questa storia possiamo trovarla e in modo inconsueto: non è una speranza ritrovata con facilità e leggerezza, ma è luce raggiunta solo dopo aver attraversato il buio fitto della malattia e della paura e, come disse Karl Jasper, la cui citazione compare anche in quarta di copertina, “Quando ammiriamo lo splendore di una perla non pensiamo mai che essa nasce dalla malattia della conchiglia”. Perché sarà proprio la patologia di Arthur a portarlo alla sua “perla” che ogni lettore potrà ammirare grazie alla lettura di questo libro. Nell’ottica dell’ecobiopsicologia, i linguaggi del corpo umano devono essere messi in relazione con i codici semiotici del mondo vivente con l’obiettivo di ritrovare una relazione con gli aspetti culturale e psicologici che, in questo caso Arthur, avrebbe poi ritrovato in sé stesso e nella propria vita. L’approccio olistico, dunque, porta sin da subito l’autrice a interpretare le somatizzazioni del paziente come un modo di comunicare i contenuti del proprio inconscio, esperienze traumatiche dissociate e trasformate in forze istintuali poi non riconoscibili. Man mano che la narrazione della biografia di Arthur prosegue, vengono descritti e analizzati i fenomeni e i processi che sono alla base del suo percorso di analisi e di guarigione. Questo permette che la storia di Arthur sia anche rappresentativa e testimonianza del valore e del potere della terapia ecobiopsicologica. La relazione tra la terapeuta e il paziente, luogo d’incontro e condivisione preziosa di dati, fatti, vissuti collegati a eventi sincronici, ha condotto, sempre più, a una visione nuova della realtà del paziente grazie all’analogia e al simbolo. Entrambi, in ecobiopsicologia, portano a un’amplificazione dello stato di coscienza grazie all’integrazione di parti che prima erano disintegrate e scisse. Con commuovente delicatezza e incisiva determinazione, in poche pagine è racchiuso un cammino lungo una vita intera. Insieme ad Arthur, attraverso alla narrazione di Antonella Remotti, si torna indietro nel tempo, persino a quando l’uomo non era ancora nato e il suo mondo era l’utero della madre, e si svelano le connessioni sincroniche che, alla fine, delineano un disegno in cui nessuna parte è scissa, ma è tutto parte di un insieme. Il lieto fine dona luce, la stessa che Arthur visualizzava nelle sue frequenti meditazioni e che sempre più lo orientava alla propria rinascita e alla tanto desiderata armonia tra il corpo e la mente. Si può comprendere, grazie alla lettura di questo saggio, quanto sia importante adottare, nei confronti della patologia di ogni essere umano, un approccio olistico e non poco personalizzato come lo è, talvolta, quello della medicina tradizionale. Attraverso una prosa fluida, chiara, nitida, l’autrice dona le parole che mancavano ad un corpo in silenzio e ci fa riflettere su quanto possa, quell’assordante silenzio, generare patologia. Ma Arthur parla, non tace, e scopre l’unicità della propria storia come non aveva prima fatto mai, arrivando a comprendere il modello di funzionamento dell’archetipo. Un ruolo di primo piano occupano i sogni del paziente e la loro interpretazione: come fari nella notte, guidano terapeuta e paziente nell’oscurità del profondo. Nonostante sia assai difficile addentrarsi nella profondità, lo è stato un po’ meno perché loro erano presi per mano e proprio lì, in fondo, risiedevano le forze guaritrici.
Regalandoci un frammento di intima rivelazione, l’autrice riporta ciò che era solito dire Arthur: “Quando le mie braccia iniziano a tremare, immagino il vento che mi passa attraverso e mi fa vibrare di vita”. Come la linfa che scorre negli alberi dei boschi che lui spesso attraversava e che per analogia riporta alla patologia di Arthur che si colloca nel midollo spinale, egli impara a interpretare il tremore e a trasformarlo in una potente vibrazione di vita. La lettura di “Corpo e anima” è la lettura di un processo di guarigione che riguarda non solo lui, ma ogni essere umano. Le sue immagini sono vento per il lettore che tremerà non per il freddo, ma per l’emozione di quanto possa essere salvifico abbracciarsi e congiungersi con se stessi.

Antonella Remotti, Corpo e anima, Edizioni Magi, Roma, 2020

*Dr.ssa Lucia Carluccio - Laureata in lettere moderne con Laurea Specialistica in Linguistica è docente di Lettere e autrice di varie pubblicazioni fra le quali si ricorda il romanzo “Il Cigno e la Ballerina” vincitore della seconda edizione del Premio Letterario Internazionale Dario Abate Editore e la raccolta di poesie “Nitida dallo spessore del cielo” Bertoni Editore