MATERIA PRIMA – Rivista di psicosomatica ecobiopsicologica
Numero XXIII - Dicembre 2023 - Anno XIII
Ecobiopsicologia e grafologia nell’analisi di un caso clinico: la scrittura che narra il romanzo di vita del paziente
di Marianna Nobile
>>> Leggi l’articolo completo qui pp. 56-65 <<<
La scrittura mi ha sempre affascinata tanto da orientare il mio percorso di studi verso ciò che riguarda la sua essenza. Ho quindi approfondito lo studio della grafologia, ovvero la scienza umana che, attraverso l’esame della scrittura, si propone di risalire alle caratteristiche di personalità dello scrivente. La scrittura è uno dei comportamenti più complessi che richiede un lungo apprendimento e ha una funzione di comunicazione e di espressione. «Scrivere significa fissare una traccia caratterizzata da un tratto che procede con un movimento e si organizza in uno spazio al fine di comunicare una forma» (Pulver, 1931).
La scrittura è la manifestazione di una collettività, di un’identità culturale. «Definisce nel suo aspetto iconico gli archetipi che la società utilizza nelle varie forme di comunicazione e di comportamento, sottintende un modello riconosciuto da tutti, che è continuamente cambiato nel tempo modulandosi e adeguandosi al cambiamento socio-antropologico della comunità a cui si riferisce. La storia della scrittura e dei suoi modelli è in effetti la storia di un popolo, la sua immagine attraverso l’espressione scritta» (Manetti, 2007).
Nella stesura dell’articolo ho dato spazio a brevi cenni storici riguardanti la nascita e l’evoluzione della grafologia, citando gli studiosi più importanti che hanno dato un contributo sostanziale a questa disciplina. Ho cercato di condensare in maniera molto sintetica, mediante l’osservazione dello spazio, forma, movimento e tratto, alcuni spunti di cui occorre tenere conto per un’analisi grafologica.
Attraverso l’analisi della scrittura e l’esperienza in questo ambito, ho cominciato a sentire che il mio sguardo si dilatava nel cogliere il racconto della storia delle persone che si rivolgevano a me. Sentivo però l’esigenza di poter andare più a fondo nello studio dell’uomo e sono giunta all’incontro con l’Ecobiopsicologia, che mi ha permesso di ampliare il mio sguardo per comprendere non solo la grafia, ma anche il corpo: perché la scrittura è anche “corpo”. Attraverso lo sguardo simbolico analogico dell’ecobiopsicologia infatti, i miei occhi hanno cominciato a ricercare il “corpo” nella scrittura per poterlo riconnettere agli aspetti più sottili che da essa emergono. L’ecobiopsicologia è un approccio olistico e complesso che apre ad una nuova visione dell’uomo. La prospettiva perseguita è quella di muoversi, sia nel lavoro clinico che nell’attività di ricerca, in un’ottica che parta da un assunto di base: l’uomo, nella salute come nella malattia, è un soggetto unitario, dotato di un corpo e di una mente che non sono fra loro separati dall’ambiente (naturale e sociale) in cui si trovano (Frigoli, 2007).
Attraverso l’apertura permessa da questa visione, mi sono domandata: in che modo la scrittura, che è una facoltà elettiva dell’essere umano, può essere connessa nello studio ecobiopsicologico dell’uomo? Sarà possibile cominciare a creare un ponte in grado di permettere una ri-lettura ecobiopsicologica di ciò che gli studi grafologici possono rivelare? Cercherò di rispondere a queste domande attraverso il racconto di un caso clinico che mi ha permesso di cominciare a riflettere sul dialogo fra grafologia ed ecobiopsicologia, in attesa di poter arricchire nel tempo queste prime osservazioni. L’obiettivo di questo lavoro (ancora in fase embrionale) è quello di aprire un “campo informativo” che possa ricercare gli aspetti di coerenza fra ciò che ho colto nell’anamnesi condotta secondo l’approccio ecobiopsicologico e quello che emergeva dall’analisi della scrittura.
Il filo rosso che unisce l’Ecobiopsicologia alla grafologia colloca la scrittura a livello di simbolo che crea identità, appartenenza ad un universo archetipico nel quale tutti possiamo riconoscerci e spero che, attraverso questo articolo, possa emergere quanto sia importante, anche in chiave ecobiopsicologica, recuperare il più possibile e mantenere in auge la scrittura manuale che non riflette soltanto l’evoluzione fisiologica di un individuo, bensì anche la sua evoluzione psicologica.
AUTRICE: Marianna Nobile – Psicologa, specializzanda presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Istituto ANEB. Grafologa Professionista specializzata in Orientamento Professionale.