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Ecobiopsicologia ed emergenza

Ecobiopsicologia ed emergenza

di Eleonora Bombaci e Mara Breno

abstract a cura di Elisa Di Pierro

“Ecobiopsicologia ed emergenza”. Esistono processi mentali che accomunano la psiche degli esseri umani in una condizione di grave pericolo? Esistono differenze nelle reazioni psicosomatiche di ciascuno di noi? Cosa accade in coloro che nell’emergenza sono chiamati a soccorrere e supportare gli altri? Le autrici dell’articolo si propongono di mostrare come l’Ecobiopsicologia offra una lettura della dimensione sistemico-complessa, che si declina negli esseri umani e nello specifico in coloro che sono esposti allo stato di emergenza, recuperandone il significato simbolico. La pandemia non è solo un disagio dei corpi, ma più profondamente dell’anima stessa, che è incapace di aprirsi un varco nella vita che si ripete, facendo entrare una Vita più grande che ci guarisce dal non senso e dalla dispersione, in grado di trasformare il caos in uni-verso. Occorre in questo momento storico ritrovare, come insegna l’Ecobiopsicologia, le emozioni nascoste nelle parole, nel loro lessico vitale, in cui si possa scorgere in modo trasparente l’ispirazione che anima la nostra vita. Cosa il virus sta dicendo ad una umanità che deve entrare in rapporto con la propria sopravvivenza? La risposta richiede l’acquisizione di un pensiero circolare che più non divide, perché la malattia può essere identificata come una patologia dell’in-formazione (potere organizzativo della materia vivente), classificata in base ai diversi tipi di rottura dell’equilibrio in-formativo, che va pensata come un evento contemporaneamente individuale e collettivo. In questa prospettiva diventa necessario creare una nuova figura di terapeuta che sia in grado di recuperare l’in-formazione decodificata nel duplice codice di significato simbolico-analogico (inconscio collettivo e filogenetico) e segnico (storia personale dell’individuo), per restituirla in modo preciso e coerente allo psicosoma informato (vero e proprio ecosistema che interagisce con reti informazionali più grandi), riportando il sistema-uomo in equilibrio e mantenendolo così connesso alle reti della Vita. Come recuperare un Tempo che non corrisponda unicamente all’affannoso respiro di chi trema in un eterno presente, ma si apra ad una dimensione esistenziale che dilati la relazione con sé stessi e con il mondo? Questo uno dei quesiti al quale è chiamato a rispondere lo psicologo oggi di fronte allo stato di emergenza psicologica che pone come unico obiettivo essenziale il prolungamento della vita stessa; la motivazione e la pianificazione dell’azione sono concentrate sul momento presente, semplificando tutti i processi psichici sottili, tipicamente umani e riducendo lo scopo della vita al puro vivere. In un contesto che elicita vissuti di emergenza o di rischio vitale dunque, il tempo si piega, si contrae in un presente congelato e statico. Il sistema nervoso centrale sperimenta la condizione di pericolo e pur essendoci meccanismi comuni che ci collegano alle forme che ci hanno filogeneticamente preceduti, le risposte sono individuali, poiché nessuno ha costruito, in egual modo, il proprio senso di sicurezza. Lo stress è uno stato di tensione dell'organismo in cui vengono attivate difese per far fronte a una situazione di minaccia, ed è una risposta psicosomatica complessa a stimoli diversi di origine esterna, ma anche interna come traumi, conflitti relazionali e abbandonici. La risposta all’evento stressante prepara l'organismo ad affrontare una situazione impegnativa, fornendogli un surplus di energia da utilizzare, nella lotta o nella fuga, e anestetizzando temporaneamente il corpo riguardo alle esigenze non primarie rispetto alla situazione da affrontare. Quando una reazione da stress non trova modo di disattivarsi, perché alimentata da condizioni emozionali persistenti, non si riesce più a recuperare l’omeostasi iniziale e da una situazione fisiologica si passa ad una situazione patologica che può produrre effetti organici, agendo su numerosi sistemi del nostro organismo ed esitando spesso in somatizzazioni. La possibilità di inquadrare la dimensione emergenziale sia su un piano individuale che collettivo, impone una visione circolare e complessa che contempli non solo la relazione che l’uomo intrattiene con l’ambiente circostante e le possibili reazioni, ma anche il rapporto esistente con i propri organi ed apparati, poiché ciò che ci precede filogeneticamente ricapitola ciò che accade a livello ontogenetico, dunque la reazione e la capacità adattiva di ciascuno trascende le caratteristiche specie-specifiche, per recuperare i nessi concreti e simbolici che si sono costruiti durante la personale storia di vita. L’Ecobiopsicologia, aprendo il proprio campo di osservazione tanto ad aspetti macroscopici, rispondenti alla dimensione “Eco”, quanto agli elementi individuali, ponendoli in costante relazione all’interno di un quadro complesso e coerente, propone una lettura delle somatizzazioni e della malattia come esito di più fattori intrecciati. Attraverso il linguaggio simbolico e analogico, collega le diverse interazioni tra sintomi fisici, vissuti emotivi ed immagini, in un quadro unitario, specifico per ogni soggetto, ma a risonanza collettiva, restituendo una dimensione complessa e coerente della condizione esperita e dunque un vissuto di maggior comprensione e consapevolezza. Oltre a questo, è attraverso le immagini che possiamo entrare in rapporto con la matrice collettiva, proprio perché esse, quando sono coerenti, aprono in termini analogici a quel continuum psiche-materia, svelandoci non solo la storia del soggetto, ma dando voce ai propri organi e al senso specifico di determinate manifestazioni somatiche; la somatizzazione è dunque un processo che pone in relazione i sintomi attuali con i traumi primari, cioè le esperienze traumatiche dissociative che si sono verificate in fasi della vita precoci, e non integrate. La coscienza del professionista che vuole offrire reale supporto in questa fase di sconvolgimento globale, deve mantenersi aperta al dialogo tra lo spazio dell’uomo e quello del Corpo Collettivo; se la matrice informativa che sottende queste funzioni risulta disarmonica e perde le proprie connessioni, è attraverso una mente, il più possibile aperta ad una logica circolare ed in-formata, che diviene possibile restituire senso e continuità, recuperando ciò che lega l’uomo alla vita stessa. L’auspicio è il risveglio della coscienza.

>>> Leggi l’articolo completo qui pp. 9-16 <<<

AUTRICI: Eleonora Bombaci – Psicologa e Psicoterapeuta, Docente e Supervisore presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Istituto ANEB. Esperta in psicologia dell’emergenza.
Mara Breno – Psicologa, Psicosomatista, Psicoterapeuta, Docente e Tutor presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Istituto ANEB. Responsabile della gestione delle risorse didattiche. Membro del Comitato Scientifico della rivista MATERIA PRIMA. Terapeuta EMDR.

Abstract a cura di Dr.ssa Elisa Di Pierro – Psicologa e Psicoterapeuta ANEB. Terapeuta Practitioner EMDR. Consulente sessuale. Cofondatrice e Terapeuta del Centro Integrato Psiche&Corpo a Varese. Collaboratrice della rivista MATERIA PRIMA.

References
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