MATERIA PRIMA – Rivista di psicosomatica ecobiopsicologica
Numero XXIII - Dicembre 2023 - Anno XIII
La base poetica della mente
Editoriale
di Giorgio Cavallari e Alessandra Bracci
Il filo conduttore che lega gli articoli (numerosi, interessanti e incisivamente originali) che si offrono al lettore in questo numero della rivista è sottile, ma non difficile da percepire.
Nella plurale diversità degli autori e dei testi si coglie la presenza di molte “menti curiose” in azione: la autentica curiosità per i temi trattati si coglie perché in ogni articolo chi scrive mostra una autentica curiositas per l’argomento indagato, studiato e poi esposto sotto forma di articolo. Il termine latino curiositas è imparentato con quello di cura, esprime una attenzione verso l’oggetto che va intesa non solo come mera curiosità, ma come sollecitudine vera, cioè mi rivolgo a ciò di cui scrivo, alla sua storia, al suo significato perché profondamente “mi interessa”, voglio averne cura e rispettosa attenzione.
In ogni lavoro si coglie l’impulso ad indagare temi clinici, sociali, artistici e letterari con lo scopo di cogliere in ognuno di essi un profondo rapporto con la vita. Vita psichica, vita incarnata nel corpo, vita condivisa nella rete delle relazioni sociali, vita presente nelle manifestazioni artistiche.
Vita sofferente affrontata con coraggio negli articoli a contenuto clinico, dove sintomi e tratti psicopatologici incontrati nei soggetti presi in cura sono sempre indagati anche nella loro valenza di “messaggio”, dichiarazione di una sofferenza, ma anche intuizione possibile di una via di uscita, di una via di cura, di una crisi potenzialmente affrontabile, di una crisi dolorosa ma allo stesso tempo come occasione di cambiamento. Vita umana che proprio come tale è vita simbolica, che fa dell’uomo, come scriveva Cassirer, un vero animal simbolicum.
La passione per la lettura simbolica dell’uomo, del suo corpo, della sua vita psichica, della sua creatività permea tutti i saggi contenuti in questo numero di Materia Prima, ed ogni “materia” trattata viene approfondita, sviluppata, riletta in una visione complessa, e diventa così “prima” perché feconda e generatrice.
Si tratta di un numero verso il quale ci si può incuriosire, da cui si può imparare, e con cui dialogare per accogliere una visione della realtà dell’Uomo e della Natura fondata sulla consapevolezza della interrelazione e interdipendenza di tutti i fenomeni: fisici, biologici, sociali e culturali.
È estremamente difficile per il nostro Io comprendere l’intreccio meraviglioso che intercorre non solo fra tutti gli esseri umani, senza alcuna distinzione di razza, di rango o altro, quant’anche con la Natura e con il più ampio Cosmo entro il quale siamo collocati. Alcune correnti di pensiero dominanti nella società contemporanea, chiedendoci di sacrificare buona parte di ciò che per noi costituisce la realtà del mondo, hanno sottomesso la Natura e l’Uomo a un processo di costante dissociazione, il cui esito finale è la perdita del valore della qualità del fenomeno Vita. Nel rapporto con la Natura, che un tempo era simbolicamente costruito in un costante dialogo, oggi l’uomo ha sostituito un monologo egocentrico e narcisistico per cui la Natura è diventata oggetto estraneo.
In questo senso il simbolo può assolvere la funzione vitale di anello di congiunzione fra la scienza moderna e i principi archetipici che da sempre reggono la Natura e l’Uomo, e porsi al di là di ogni visione parziale e frammentante per introdurre una vera e propria gnosi, capace di ritrovare le realtà archetipiche presenti in ogni manifestazione della Vita. Fare questo significa attuare un processo di sacralizzazione del cosmo, ovvero sviluppare quella tendenza alla visione unitaria della realtà che è presente nella psiche dell’uomo come esigenza inalienabile, e che rappresenta sul piano dell’esistenza il riflesso della funzione archetipica del Sé, vero e proprio fattore di ordine interiore, capace di colmare il vuoto e il nichilismo dell’uomo moderno.
In questa prospettiva l’Ecobiopsicologia, può diventare il moderno paradigma scientifico per recuperare la vera centralità e totalità della coscienza umana, non più estranea alla conoscenza delle regole della Natura e alla comprensione delle sue funzioni: per realizzare tale programma occorre prendere le mosse dai valori qualitativi delle forme, dei colori, delle infinite proprietà con cui si dispiega la Natura, per inserirle, grazie alla cornice dell’analogia e del simbolo, nel corpo dell’uomo, là dove la filogenesi ha sintetizzato le proprie impressioni primordiali sedimentandole in strutture fisiologiche e apparati, per ritrovarle, come eco sommesse nelle immagini mentali scaturite da quel territorio comune archetipico, definito dagli alchimisti, come prima materia fondamentale per la Grande Opera. Questo modello sul piano epistemologico rappresenta un’applicazione dei criteri della complessità al rapporto mente-corpo dell’uomo, ma anche uno sviluppo della stessa complessità, perché i paradigmi dell’Ecobiopsicologia propongono una lettura dell’Uomo e della Natura come aspetti unificati da un unico centro: l’archetipo del Sé. Questa impostazione ha lo scopo di recuperare nella visione del Sé psicosomatico sia il senso dell’universo che gli aspetti personali, sociali, collettivi e spirituali dell’uomo in un modello coerente, tale da permettere all’individuo di sperimentare la sua appartenenza al Tutto.
Giorgio Cavallari – Psichiatra, Psicoterapeuta, Direttore Generale ANEB, Direttore Scientifico Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Istituto ANEB e Responsabile Scientifico area editoriale ANEB.
Alessandra Bracci – Manager presso una multinazionale automotive e vincitrice di premi nazionali ed internazionali nel marketing. Responsabile area editoriale ANEB. Capo Redattore della rivista MATERIA PRIMA. Autrice di pubblicazioni in ambito scientifico.