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Il cigno e la ballerina

Il cigno e la ballerina
Lucia Carluccio
a cura di Dr. A. Sugliani

“Una giornata senza poesia,
è una giornata persa”
L. Carluccio

Nell’ambito degli studi sulla mente, i vari ricercatori e scienziati, sono stati, e sono dei profondi e abili “descrittori” della psiche, dei suoi luoghi e dei suoi dinamismi. Ma i veri “esploratori” dell’anima e delle sue vicissitudini sono i poeti e i letterati che con la loro spiccata sensibilità sanno cogliere i tormenti e l’estasi in cui la mente/psiche cerca di cogliere il senso del proprio divenire.
In questo testo “Il cigno e la ballerina” l’autrice esplora con lucidità, e finanche grazia, gli stati di coscienza della protagonista, Caroline, che intraprende un percorso di conoscenza con il suo terapeuta, Paul Carme, per cercare di comprendere quali vicissitudini si celano dietro al suo disagio. “Ho paura delle piastrelle, dottore”, dichiara la protagonista al suo terapeuta, iniziando così un viaggio fra i meandri della psiche. La psicoterapia diventa un’opera di rievocazione di antichi ricordi, di percezioni e frammenti della psiche apparentemente sparsi e dissociati, che nel dare loro parola, ritrovano un loro intreccio e una coesione nella biografia dolente di Caroline. Nel rimemorare della protagonista inevitabilmente si aprono tutti quei drammi profondamente connotati dal tema dell’amore e delle sue ambivalenze, di luci e ombre ogni qual volta la passione compare nelle relazioni umane.
Ma il “viaggio” terapeutico non riguarda solo la protagonista, ma anche il suo analista. Infatti nella relazione, il terapeuta Paul, rivede nella sua paziente, un suo antico e mai sopito amore, Justine, dai risvolti drammatici. L’autrice in questo caso adotta un doppio registro narrativo. Alle conversazioni, alle parole dette nel classico setting fra paziente e analista in cui Caroline esprime e dichiara i suoi ricordi e le sue emozioni, fanno da contrasto le autoriflessioni del terapeuta dove a fronte della sua tragica passione per Justine, cerca un riscatto e una redenzione nella guarigione della sua paziente. Questo escamotage letterario della doppia narrazione apre ad un continuo giochi di specchi, dove il lettore può identificarsi ora nell’uno ora nell’altro dei protagonisti in un costante rimbalzo di racconti, di storie di cui sono intrise le biografie di Caroline e di Paul. L’autrice del testo riesce a raccontare con delicatezza e levità anche episodi crudi e tragici dove vengono testimoniate le fragilità dell’animo umano quando la temperatura delle passioni supera una certa soglia.
La cifra stilistica del testo è connotata da una prosa lirica, suggestiva ed evocativa, dove ad alcune letture dei meccanismi della psiche, si evidenzia invece un trasporto e uno slancio per la poesia – la protagonista scrive poesie – a testimonianza di una particolare sensibilità nel cogliere anche le più sottili sfumature dell’animo umano quando si confronta con i dilemmi dell’esistenza. Nel dipanarsi delle trame dei protagonisti, la lettura del testo diventa una polifonia di voci in cui si inscrivono le tracce, le memorie, i ricordi, le passioni che abitano la psiche e che solo dando loro parola, tramite la scrittura o la poesia, si riesce a trovare un senso del proprio destino.
Come dice l’etimo della parola “ricordare” (ri-cuor-dare) sta ad indicare che le memorie che “ritornano al cuore” si possono ammantare di quel calore emotivo in grado di sciogliere il ghiaccio dato da sentimenti rimasti congelati, senza possibilità di espressione. Infine il titolo “Il cigno e la ballerina” che rinvia simbolicamente sia al mito dove Zeus innamoratosi perdutamente di Leda, si tramuta in cigno e dalla cui unione nasceranno i Dioscuri, Castore e Polluce, sia al tema della ballerina che rimanda a quella continua danza cosmica alimentata da quel principio che il sommo poeta declama come “L’amor che move il sole l’altre stelle”.

Lucia Carluccio, "Il cigno e la ballerina", Dario Abate Editore, 2020

Sinossi: “Il cigno e la ballerina” è il racconto di un viaggio. Un viaggio che ha per protagonisti Caroline e il suo analista, dove esplorando i ricordi e le emozioni dell’uno, si ravvivano i ricordi dell’altro in un plot narrativo a doppio registro. L’autrice, con un stile narrativo lirico ed evocativo, dà parola ai vari personaggi e alle loro vicissitudini esistenziali dove il tema principale sono le loro relazioni che vengono dipinte con delicatezza e sensibilità. La cifra del romanzo sta nella disamina del flusso interiore dei vari protagonisti, dove un filo sottile, apparentemente invisibile, li articola e li intreccia in una trama orizzontale temporale, mentre l’ordito si inabissa nelle profondità della psiche a cogliere quei moti dell’anima che rendono umani gli umani.

Dr. Aurelio Sugliani - Laureato in psicologia. Responsabile Gestione Sistemi informatici e Area web ANEB. Collaboratore di Materia Prima. Autore dei libri “Tex Willer. Tra mito e archetipo”, “Nekyia: sentieri di conoscenza”, “Voci, racconti e narrazioni del corpo”, "Le relazioni nel mondo digitale".