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Il cuore della cura e la cura del cuore

MATERIA PRIMA
Ascoltare il disagio di chi cura

Numero XXI - Dicembre 2021 - Anno XI

Il cuore della cura e la cura del cuore
di Carlo Melotti e Patrizia Quadrio

abstract a cura di Elisa Di Pierro

L’articolo si propone, a partire da alcuni casi clinici di operatori sanitari afferenti al sevizio Ascoltare il disagio di chi cura dell’istituto ANEB, una disamina delle cosiddette “professioni di aiuto” nel periodo della pandemia da Coronavirus. Consapevoli del generale stato di dolore e sofferenza della società, e del fatto che questa pandemia non ha fatto altro che evidenziare ed esasperare aspetti e problemi già preesistenti nel mondo sanitario. Pochi operatori della salute si sono rivolti per sostegno e aiuto solidale al servizio organizzato; l'iniziativa, ben divulgata, non è stata investita di richieste come si poteva prevedere. Si è cercato perciò di Capire cosa induce, coloro che si occupano di cura, a non chiedere un aiuto professionale di sostegno, quando la gravosità del proprio lavoro diventa insostenibile. I tagli agli investimenti sulla sanità, una certa qual sottovalutazione sociale verso le professioni di aiuto, gli scarsi riconoscimenti economici ed una evidente carenza a livello formativo, hanno agito insieme alle cause personali del disagio di ciascun operatore, creando un momento di grandi fatiche per tutti coloro che si occupano della cura dell’altro.
Si è così messo a punto un’intervista–questionario composto da cinque domande, con lo scopo di indagare la presenza e l’appropriatezza dell’aiuto psicologico rivolto alle figure professionali che si occupano di cura. Rigorosamente anonima, e condotta con semplicità colloquiale, l'intervista non rivestiva alcun carattere di “ricerca” a largo raggio, e non aveva la pretesa di giungere a conclusioni o risultati statistici; si proponeva invece di introdurre e approfondire l'argomento della “cura di chi cura”, aumentare la conoscenza di eventuali problematiche, suscitare interrogativi ed ipotesi circa una possibile risoluzione delle criticità riscontrate, che andrà riesplorato ed arricchito ulteriormente. Si è notato che solamente psicologi e psicoterapeuti vengono sensibilizzati maggiormente, se non altro per l'obbligo o consiglio di una terapia personale anche in fase di studio o tirocinio. Nelle altre professioni di aiuto, sia nel corso di studi, sia durante la vita lavorativa si viene poco sensibilizzati nel prestare attenzione alle difficoltà psicologiche che questi tipi di impieghi sollecitano; si deve lasciare aperta la porta a diverse ipotesi, poiché ciascun operatore ha una storia ed una sensibilità personale. La psiche di tutti noi, ma anche inevitabilmente quella di chi si è occupato da vicino di tutto quel dolore è stata invasa e inflazionata da messaggi di morte; in un contesto così difficile è risultato improponibile, per gli operatori sanitari, trovare spazio per il proprio personale dolore. Ora che l’emergenza sembra in qualche modo essersi allentata assistiamo ad una maggiore richiesta di aiuto. L’intervista ha messo in rilievo come questa intensa e complessa esperienza pandemica, ha ancor più evidenziato le carenze in termini di sostegno psicologico e strumenti per sopportare momenti di intenso stress e fatica, mancanti già a priori nella formazione. Così come i disastri e le calamità naturali hanno portato a strutturare un corpo di volontari, per non trovarsi poi allo scoperto quando le necessità diventano impellenti, è auspicabile che l’aiuto a chi ha scelto di occuparsi degli altri venga pensato e strutturato a priori in modo tale da far fronte al vivere quotidiano, anche quando non si deve fare i conti con l’emergenza. Ci siamo anche resi conto, nella clinica, di come ferite primarie e traumi irrisolti in mestieri così carichi di responsabilità e in situazioni emergenziali rendono ancora più difficoltoso procedere sia nella professione sia nella cura di se stessi. Una maggiore consapevolezza di chi cura può quindi diventare il giusto contenitore per chi soffre, ma anche la possibilità di toccare in profondità il dolore degli altri per poi poter riemergere, rafforzato e rinvigorito. Così come Chirone, archetipo del guaritore ferito, che dopo aver elaborato la ferita dell’abbandono originario, diviene fonte di rinnovamento per se stesso e per gli altri, così l’operatore sanitario, accompagnato e sostenuto psicologicamente nella formazione e professione, potrà agire secondo tale linea. Sentiamo quindi dietro l’ombra della pandemia che ha soverchiato tutti, ma che principalmente ha colpito proprio coloro che hanno deciso di occuparsi di una professione sanitaria, un’opportunità di poter fare luce sul proprio animo, così che il trauma non sia più solo debolezza e fragilità, ma strumento e possibilità di entrare in contatto con l’altro. Pare proprio di poter dire che il cuore di chi cura vada curato e affinché ciò accada occorre che, a livello universitario e formativo e successivamente a livello di istituzioni sanitarie e culturali, avvenga un cambio potente di mentalità; curarsi di se stessi allora sarà una gioia e non un dovere, un cammino di perfezionamento di sé e non un accumulo di nozioni. Il Coronavirus con tutta la sua forza destabilizzante ha mostrato i limiti di paradigmi riduzionisti volti a spiegare solo un singolo aspetto di una problematica. Ci appare quindi auspicabile che un approccio che tenga conto della complessità dei fenomeni, e degli apporti delle punte più elevate del sapere così come delle conoscenze che provengono dalle scienze “non dure” in un’ottica di consilienza, quale l’Ecobiopsicologia, possa essere un valido faro che illumini ambiti scientifici che ci restituiscono, ancora ad oggi, una visione meccanicistica della realtà.

>>> Leggi l’articolo completo qui pp. 90-95 <<<

AUTRICI: Carlo Melotti – Medico di Medicina generale in pensione. Counselor ad indirizzo ecobiopsicologico. Specializzando in Psicoterapia presso Istituto ANEB.
Patrizia Quadrio – Psicologa, Psicoterapeuta ANEB, esperta in respirazione circolare e 1° livello EMDR.

Abstract a cura di Dr.ssa Elisa Di Pierro – Psicologa e Psicoterapeuta ANEB. Terapeuta Practitioner EMDR. Cofondatrice e Terapeuta del Centro Integrato Psiche&Corpo a Varese. Collaboratrice della rivista MATERIA PRIMA.

References
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Frigoli D., (2013). La fisica dell’anima. Riflessioni ecobiopsicologiche in psicologia. Bologna: Paolo Emilio Persiani.
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Frigoli D., (2017). L’alchimia dell’anima. Dalla saggezza del corpo alla luce della coscienza. Roma: Magi Edizioni.
Jung C.G., (1935). Fondamenti della psicologia Analitica. Conferenze del 30 settembre e del 4 ottobre, 1935. Istitute of Medical Psycology. Londra: Tavistock Clinic.
Jung C.G., (2011). I tipi psicologici. Torino: Bollati Boringhieri.
Kalsched D., (2014). Il mondo interiore del trauma. Bergamo: Moretti & Vitali Editori.
Kerèrenyi K., (2015). Gli Dei e gli eroi della Grecia. Il racconto del mito, la nascita della civiltà. Milano: Il Saggiatore

Immagine
Roberta Facchin, Notturno al giardino giapponese, proprietà dell'Autrice, 2006