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Il senso della Bellezza – Arte e Scienza al CERN un film di Valerio Jalongo

Il senso della Bellezza – Arte e Scienza al CERN
un film di Valerio Jalongo

a cura di Dr.ssa Alessandra Bracci*

«L’essenziale è invisibile agli occhi»
Antoine de Saint-Exupéry

Dopo aver incontrato nel libro “Il Tao della fisica” di Fritjof Capra due “popolazioni” apparentemente agli antipodi - fisica moderna e mistica orientale - il nostro viaggio prosegue alla ricerca di ulteriori possibili “luoghi di incontro” per poter disegnare una “mappa” che vada oltre i confini egoicamente tracciati nel corso della storia, nonché ben dipinti sulle cartine geo-politiche, e ricordare la necessità di adottare un nuovo punto di vista, un nuovo approccio che svariati autori, nel corso degli ultimi decenni, hanno tentato di descrivere nelle sue dinamiche e nei suoi svariati ambiti di applicazione individuandone l’intrinseco carattere trans-disciplinare, ossia di un approccio che supera i limiti, spesso artificiali, che separano le varie discipline. Ci apriamo così all’Altro per scoprirci profondamente connessi nella dinamica dell’Amore, nella costante ricerca di quel principio che sorregge ogni cambiamento, «un principio che la filosofia greca aveva definito con la parola thaumàzein, ad indicare il momento ineffabile in cui l’uomo vedeva all’improvviso infrangersi l’ordine pre-costituito della sua certezza a favore di una nuova dimensione con se stesso e l’altro. Nell’esperienza del thaumàzein, o stupore pre-dialettico, si scopre una stimmung diversa, un’emozione particolare di unità che può essere solo vissuta e non descritta, perché in questo stato ogni forma scompare in quanto si perviene alla fonte eterna della genesi stessa dell’anima. […] Se l’Amore è thaumàzein, cioè stupore, esso significa che si sdegna di ciò che è ancora separato e dunque “vuoto”, perché vuole conoscere la possibilità del “pieno” della vita, quello che Eraclito aveva definito “l’intima natura delle cose che ama nascondersi”. L’amore ricerca pertanto la riconciliazione di ciò che è separato, il pleroma della legge che gli gnostici consideravano come l’“intero”» (Frigoli, 2016). In questo senso, la fisica contemporanea propone una visione del mondo molto simile a quella delle principali tradizioni spirituali orientali che, invece di temere il vuoto, lo vivono come possibilità di mutamento, e dunque di vita.
Ed è proprio nella tensione verso l’Uno che incontriamo i fisici del CERN che, in questo film realizzato nel 2017 da Valerio Jalongo, esprimono la costante “ricerca di indizi, di impronte di energia” procedendo verso il momento originario generatore di ogni forma avvalendosi del Large Hadron Collider, un anello a cento metri di profondità e lungo ventisette chilometri in cui si producono miliardi di collisioni tra particelle subatomiche, una sorta di macchina del tempo, ove i fisici cercano di catturare la danza invisibile che si manifestò alcuni milionesimi di secondo dopo il Big Bang per giungere ad una “minuscola capocchia di spillo” da cui sembra che tutto sia cominciato.
Nel momento in cui la fisica è stata capace di mettersi in discussione, di andare oltre l’immediatamente visibile, di andare oltre una logica di semplici mattoni costituenti le forme della vita, verso la concezione di una rete fatta a infinite relazioni, da quando ha avuto il coraggio di accogliere il dubbio, il limite, la crisi … si è data l’opportunità di una “rinascita”. La ricerca si fa “esperienza”, la vera conoscenza risiede tanto nel corpo e nelle emozioni quanto nel cervello, come direbbe Victor Frederick Weisskopf «lo strano mondo di quark, mesoni e bosoni Z della fisica moderna dev'essere sia “sentito” sia “pensato”». Nel “luogo sacro” della loro ricerca, i fisici affinano i “sensi”, e capendo di non poter più descrivere la Natura in modo diretto secondo il preconcetto tipico dei realisti ingenui per cui “ciò che si vede è”, arrivano ad abbracciare l’Artista che “vive” in loro ed immaginare il non immediatamente visibile utilizzando il linguaggio della matematica per narrare il suono e la dinamica della Vita.
Quale formula esprime la complessità della Vita? Quale equazione ne descrive la Bellezza? Quale Simmetria si nasconde nelle forme dell’universo? Tutto ciò che esiste nell’universo, dai livelli di organizzazione più elementari fino agli organismi viventi più evoluti, è caratterizzato da un elemento imprescindibile: l’ordine, ossia la coerenza che si colloca all’interno di una rete complessa e a sua volta organizzata che si esprime attraverso un articolato intreccio di relazioni. L’ordine e la coerenza sono possibili grazie alla presenza dell’informazione, come afferma Ervin Laszlo «in assenza di informazioni, le energie presenti nell’universo sarebbero un insieme accidentale di eccitazioni allo stato fondamentale. È solo l’informazione che struttura il mare di energia della matrice cosmica ed è l’informazione che coordina l’interazione fra le strutture» (Laszlo, 2014). In altre parole, tutto ciò che è vivente è regolato da leggi che ne permettono l’esistenza orientandone lo sviluppo e contrastandone la deriva entropica verso la disorganizzazione e la perdita di coerenza. Si tratta di “leggi funzionali” che possiamo definire archetipi, cioè principi organizzatori che rappresentano un potenziale informativo-organizzativo che si dispiega in tutti i livelli dell’esistenza assumendo una configurazione precisa. Ed ecco che, dinnanzi alla danza cosmica che vede l’universo impegnato in un movimento senza fine, il ricercatore necessita di un metodo «capace di sviluppare una visione interiore, un ascolto all’“interno” dei messaggi archetipici che come nodi vitali fanno risuonare il microcosmo in accordo con il macrocosmo» (Frigoli, 1985) per poter così esperire la Natura nella sua totalità ed attingere l’arte di vivere in armonia con essa.

  • Il senso della Bellezza – Arte e Scienza al CERN, un film di Valerio Jalongo. Prodotto da Amka Films, RSI Radiotelevisione Svizzera SRG SSR, Ameuropa International con Rai Cinema e distribuito da Officine UBU
     


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Sinossi
Quattro anni dopo la sensazionale scoperta del “Bosone di Higgs”, il CERN è alla vigilia di un nuovo, eccezionale esperimento. L’esperimento è insieme un viaggio nel tempo più lontano e nello spazio più piccolo che possiamo immaginare. Così, l’infinitamente piccolo e la vastità dell’universo schiudono le porte di un territorio invisibile, dove gli scienziati sono guidati da qualcosa che li accomuna agli artisti. Mentre il nuovo esperimento del CERN procede nella sua esplorazione della misteriosa energia che anima l’universo, scienziati e artisti ci guidano verso quella linea d’ombra in cui scienza e arte, in modi diversi, inseguono verità e bellezza. Tra queste donne e questi uomini alcuni credono in Dio, altri credono solo negli esperimenti e nel dubbio. Ma nella loro ricerca della verità, tutti sono in ascolto di un elusivo sesto, o settimo, senso... il senso della bellezza.

Immagine di copertina
Rivelatore del Large Hadron Collider

Bibliografia e webgrafia
Biava P. M., Frigoli D., Laszlo E., (2014). Dal segno al simbolo. Bologna: Paolo Emilio Persiani
Capra F., (2008). Il Tao della fisica. Milano: Adelphi Edizioni
Frigoli D. (1985). Le metamorfosi della coscienza. Milano: Endas
Frigoli D., L’Amore: il paradiso perduto in Materia Prima, Amore e Odio. Numero XIV - Luglio 2016 - Anno V
Officine UBU, Il senso della bellezza, https://www.officineubu.com/film/il-senso-della-bellezza/
Senge, P., Scharmer C. O., Jaworski, J., Flowers, B. S., (2013). Presence. Milano: FrancoAngeli

*Dr.ssa Alessandra Bracci - Manager presso una multinazionale automotive e vincitrice di premi nazionali ed internazionali nel marketing. Capo Redattore della rivista MATERIA PRIMA - Rivista di Psicosomatica Ecobiopsicologica. Autrice di pubblicazioni in ambito scientifico.