Intervista al Prof. Pier Mario Biava
a cura di Dr.ssa Alessandra Bracci*
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La grande svolta di questi ultimi decenni è determinata dalla rivoluzione scientifica della complessità, secondo la quale la Natura è vista come una trama interconnessa di relazioni, descritta in termini di una rete di concetti senza che nessuno di essi divenga più fondamentale di altri. Organizzazione, Schema, Processo, Struttura, Entanglement e Sincronicità, sono le parole chiave di cui si serve la scienza per esprimere questa totalità organizzata dotata di significato. E per quanto riguarda l’uomo con i suoi disagi? Come coniugare questi moderni paradigmi con la dimensione della cura? Esiste, in altre parole, un “campo informativo” che si struttura nello spazio e nel tempo della terapia capace di farci accedere ad una prospettiva olistica tale da permettere un rinnovamento della medicina e della psicologia nel loro programma terapeutico? Queste e numerose altre domande palpitano quotidianamente nella ricerca teorica e nella pratica clinica svolte dai terapeuti ANEB ma anche, e soprattutto, la possibilità di fornire una lettura complessa e vitale del mondo, dell’uomo e della sua anima.
Ed è proprio in questi ambiti che l’incontro con il Prof. Pier Mario Biava si è dipanato nel corso del tempo attraverso una serie di eventi che hanno dichiarato apertamente l’esigenza di un forte cambiamento di paradigma nel campo della salute e della malattia. Ricordiamo fra i numerosi convegni: “L’intreccio della vita: corpo, psiche e ambiente. Dibattito transdisciplinare sulla salute e la malattia” (Milano – 19 e 20 aprile 2013) e “Scienza e Spiritualità” (Stresa – 1 e 2 maggio 2013) ove è stato presentato ufficialmente il “Manifesto del Nuovo Paradigma in Medicina”, a cui fece seguito la pubblicazione del libro “Dal segno al simbolo – Il manifesto del nuovo paradigma in medicina” scritto da Pier Mario Biava con Diego Frigoli ed Ervin Laszlo.
In Italia, il Prof. Biava - medico del lavoro, laureato in Medicina all’Università di Pavia, specializzandosi prima in medicina del lavoro all’Università di Padova ed in seguito in igiene all’Università di Trieste - sta portando avanti, da più di 30 anni, un filone di ricerca innovativo in merito al rapporto fra cancro e differenziazione cellulare in collaborazione con l’Istituto di Medicina del Lavoro dell’Università di Trieste ed alcuni ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. È autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche e di alcuni libri.
Nel web sta circolando una bellissima frase: "Tutto ciò che ho vissuto nella mia vita mi ha preparato per questo momento", come questa affermazione è vera per lei? Qual è la domanda su cui si fonda il suo lavoro? Cosa c’è al cuore della sua ricerca?
Al cuore c’è la ricerca per la Vita. Partendo da domande quali “Come è possibile curare la malattia?”, “Come è possibile ristabilire l’armonia?” ho portato avanti l’ipotesi della riprogrammazione delle cellule in modo fisiologico per riportarle ad un corretto stato di salute, tale meccanismo è presente, in perfetto equilibrio, nell’organismo umano al suo stadio embrionale. Purtroppo, col trascorrere degli anni, tale equilibrio si altera e le cellule decadono e muoiono per cause naturali o patologiche. Ora è possibile riprodurre tale meccanismo di rigenerazione anche negli organismi adulti, contrastandone il decadimento o la degenerazione grazie ai fattori di crescita e differenziazione. Questi sono i risultati prodotti con la collaborazione di 23 università italiane sulle nuove frontiere per la riprogrammazione cellulare per determinare il destino delle cellule staminali sane e patologiche e le incredibili attività regolatorie del codice che organizza la vita: il codice epigenetico … è ciò che studio da una vita!
Questa possibilità di studiare il codice epigenetico nella sua completezza esiste solo nell’embrione e solo nel periodo in cui si differenziano tutti gli organi ed apparati: in quel periodo, partendo da un’unica cellula staminale totipotente (l’uovo fecondato), attraverso diversi stadi si differenziano tutti i tipi di cellule staminali pluripotenti, multipotenti, oligopotenti, cellule in via di differenziazione definitiva e finalmente cellule completamente differenziate. Terminata l’organogenesi, non è più possibile studiare l’intero codice epigenetico nella sua globalità e nelle sue differenti funzioni. Infatti quando l’organogenesi è terminata, il codice epigenetico viene suddiviso in vari organi e tessuti ed in ogni organo si trova quella parte del codice che serve a controllare e a regolare l’espressione genica delle cellule di quello specifico organo, ma non si ha più la possibilità di studiare tutte le diverse ed incredibili funzioni del “codice della Vita”. Lo studio dell’intero codice epigenetico e delle sue funzioni ci ha portato a scoperte fantastiche, ad esempio, fra le diverse attività regolatorie citiamo: attività anti-aging; rallentamento della moltiplicazione e della crescita delle cellule tumorali, attività nella prevenzione della neuro-degenerazione.
Considerando il Corona virus quale evento contemporaneamente individuale e collettivo, quale possibile sintesi diagnostica e di intervento è possibile esprimere tenendo conto delle due modalità comunicative, segnica (cioè legata alle modalità in cui tale virus circola nell’organismo) e simbolica (cioè legata alle alterazioni del codice simbolico, espressione dell’inconscio individuale e collettivo)?
Come ho avuto modo di scrivere con Laszlo nell’ultimo libro “Information Medicine”, all'origine della Vita c'è un'informazione intelligente e precisa che origina tutto l'universo. La vita stessa, noi stessi siamo frutto di questa informazione e il codice epigenetico è proprio il codice che trasferisce questa informazione a tutte le nostre cellule. In questo momento, la malattia che ci sta colpendo - il Corona virus - è una malattia grave che in certe persone può condurre a morte anche in tempi rapidi e che vede le rianimazioni degli ospedali pieni di pazienti con medici che si sacrificano (tra l'altro bisogna fare veramente un elogio alla classe medica perché in questo momento si sta impegnando al massimo). Le nuove recenti scoperte hanno dimostrato che la vita può essere compresa solo in una visione complessa e sistemica, che riconosce che tutte le parti dei sistemi viventi sono in relazione l’un l’altro per costruire quella che viene chiamata la “rete della vita”. A partire da questa base biologica, è necessario riconoscere la presenza all’origine della vita di un elemento che non è né materia né energia: questo elemento unificante è l’informazione, che governa l’evoluzione di ogni elemento dell’Universo. In questo contesto si può definire l’in-formazione come “ciò che dà forma”, un legame sottile, comune a tutti i sistemi viventi e non viventi. Informazione, invece, significa il messaggio ricevuto su alcuni fatti o eventi attraverso un canale da una fonte: questa informazione è ciò che percepiamo sotto forma di segno. La salute rappresenta quindi un equilibrio dinamico in un soggetto in cui l’informazione si muove in modo corretto, mentre le malattie devono essere considerate come uno squilibrio di informazioni. In altre parole, le malattie devono essere identificate come patologie di informazioni, che possono essere classificate in base alle diverse tipologie di interruzione delle informazioni. Ne segue che un organismo è molto più della somma delle sue parti e potremmo definirlo come un’organizzazione ove il contesto assume una grande importanza: garantisce che le varie reazioni chimiche o fisico-chimiche che si verificano non sono l’espressione di semplici eventi meccanici e di un determinismo cieco, ma di una messa a punto sottile, con l’ambiente.
Il Corona virus è una pandemia che va ben oltre una crisi sanitaria per quanto critica ed estesa a livello globale. È un pandemia che affonda le sue radici nel “riduzionismo” tipico dei nostri sistemi economici, politici, educativi che ignora i limiti della reale capacità biologica del nostro pianeta sfruttandone in modo prodigo e capriccioso le risorse vitali, mentre utilizza insufficientemente le capacità umane. Cosa ne pensa?
In questo momento questa malattia è anche frutto di uno sviluppo caotico che si è verificato negli ultimi tempi in cui abbiamo perso tutti i tipi di valori più importanti e ci sta avvisando che così non possiamo andare avanti. È nostro compito capire e cambiare il modo in cui abbiamo vissuto finora, avendo contribuito in maniera significativa e progressiva alla distruzione dell’ecosistema, inquinamento atmosferico e spinti da una febbrile ed egoica ricerca del potere, del successo e del denaro. La competizione infernale che c'è stata finora ci ha portato a questo punto di rottura, ed è proprio ora che bisogna cambiare il paradigma. Se riusciamo ad indirizzarci verso una nuova visione del mondo e della vita, se riusciamo a cambiare in modo positivo, il mondo sarà migliore, se pensiamo di andare avanti come siamo andati avanti fino ad ora, il mondo decadrà ancora più precipitosamente. Pensiamo anche solo all'inquinamento, un fatto positivo che ha accompagnato questa pandemia c'è stato: l'inquinamento è calato in tutto il mondo. In Cina è calato in modo drammatico, qui in Pianura Padana anche… ma teniamo conto che l'inquinamento ogni anno fa decine di migliaia di morti per malattie broncopolmonari, cardiovascolari, per tumori, etc. tutto questo è noto, ma siccome la mortalità legata all’inquinamento è più distribuita nel tempo, diversamente dal Corona virus che si verifica in un periodo molto breve di tempo, ecco che non abbiamo mai pensato di risolvere i problemi dell'inquinamento ambientale. Solo i giovani sono intervenuti sui problemi dell’inquinamento dicendo “voi ci state rovinando e distruggendo l'ambiente dove noi dovremmo vivere”.
Pensiamo anche ai miei colleghi che lavorano in rianimazione, al grande sacrificio che stanno facendo! Fino ad ora la sanità pubblica – quella che sta reggendo tutto il peso di questa situazione - è stata tagliata, sono stati tagliati tutti i finanziamenti e adesso ci si accorge dei limiti di una tale scelta. Si sono bloccati con il numero chiuso i giovani medici e adesso mancano i medici, le rianimazioni hanno pochissimi letti e adesso bisogna metterli in modo urgente. Tutte scelte fatte per assicurare uno sviluppo economico senza limiti… questa visione non sta più in piedi! Noi dobbiamo prima di tutto proteggere noi stessi, la nostra salute e il nostro ambiente. Se si adotta il punta di vista olistico, lungi dal costruire astratte teorie, si conseguono i più grandi risultati pratici: emerge la differenza su come noi ci rapportiamo l'un I‘altro nella società e di come noi trattiamo Ie malattie del nostro corpo. La salute dentro di noi e la salute attorno a noi, rispondono alle stesse intuizioni basilari: sono I'espressione dell'integrità e della coerenza dei sistemi che Ie manifestano. Mantenere o riacquistare la salute significa ristabilire il flusso di informazioni essenziali nel sistema. Questa è la via per guarire il corpo, la società, il pianeta.
Albert Einstein raccontava che le nozioni di base che lo condussero alla formulazione della teoria della relatività erano emerse quando lui aveva immaginato di “viaggiare su un raggio di luce”. Qual è il ruolo dell’immaginazione nella creazione di nuovi scenari futuri?
L’immaginazione e la fantasia hanno un ruolo fondamentale nelle scoperte scientifiche: ho descritto nel libro “Il Cancro e la ricerca del Senso Perduto”, come la risposta ad una domanda, che mi ero posto per cercare una spiegazione sul perché le sostanze cancerogene si comportassero in modo diverso durante la gravidanza, fosse arrivata improvvisamente come una illuminazione, dopo 3 giorni nei quali non ero in grado di staccare la mia mente da quella domanda: credo che durante quei 3 giorni, in cui ho vissuto come in uno stato di trans, io abbia valutato tutte le possibili risposte a quella domanda e alla fine la soluzione è arrivata in modo improvviso, tant’è che mi era sembrato che qualcuno me la avesse suggerita dall’esterno. Subito dopo, però, collegai immediatamente tutti i pensieri e tutto mi parve molto chiaro. Così fui immensamente felice di aver trovato una soluzione inedita, a cui nessuno aveva pensato: in quel momento avevo capito che doveva esistere un codice in grado di programmare il DNA, che oggi chiamiamo epigenetico. E da quel momento ho condotto una serie numerosa di ricerche, che mi hanno permesso di capire e descrivere tutte le diverse funzioni del codice epigenetico, in seguito pubblicate in diversi lavori scientifici su riviste internazionali. Dunque, vede, le intuizioni arrivano quando in modo persistente e costante si cercano risposte ai problemi che occupano la nostra mente, tenendosi aperti alle intuizioni che arrivano alla coscienza ed al nostro inconscio.
Al di là delle “divisioni” religiose e dei differenti “credo”, quale è l’importanza della dimensione spirituale e come renderla concreta nel nostro quotidiano?
Come avevo già detto all’inizio di questa intervista alla base dell’Universo e della Vita c’è un’informazione intelligente che permette che tutto sia in equilibrio ed in comunicazione. D’altra parte già i fisici del secolo scorso avevano rivoluzionato la visione dell’Universo, permettendo di passare dalla visione meccanicistica newtoniana a quella quantistica: ad esempio Max Planck, padre della fisica quantistica, in una delle sue ultime conferenze a Firenze, aveva dichiarato: “Come persona che ha dedicato tutta la sua vita allo studio della materia, posso dirvi come risultato delle ricerche sugli atomi che la materia non esiste. Tutta la materia origina ed esiste solo in virtù delle forze che tengono insieme le particelle di un atomo”. Tesla poi in varie occasioni aveva dichiarato che, se vogliamo conoscere i segreti dell’Universo, dobbiamo pensare il tutto in termini di energia, frequenze e vibrazioni. Dunque gli esseri viventi sono espressione dell'informazione intelligente che origina ciò che ai nostri occhi appare come materia e di conseguenza noi dobbiamo pensare che ogni essere vivente sia un sistema cognitivo, in cui l’equilibrio è mantenuto da questa informazione che ci fa apparire ogni essere vivente come un’unità in cui mente e corpo, ovvero spirito e materia sono espressione della medesima realtà. In conclusione nel nostro agire quotidiano, in ogni momento, questa informazione che si esprime in ciò che noi pensiamo come spirito e materia è ciò che rende possibile ogni nostra azione nel vivere quotidiano”
“Essere il cambiamento” da un lato è un concetto appassionante perché ricco di potenziale, ma dall’altro tocca paure profonde. Se la trasformazione della totalità richiede un cambiamento interiore su una scala che molti non hanno mai sperimentato, siamo davvero pronti per questo cambiamento? Quali sono le capacità e le conoscenze che, a livello individuale e collettivo, è necessario sviluppare o potenziare per contribuire ad una comprensione più autentica della vita e per scoprire chi siamo veramente e che cosa vogliamo diventare come società?
In questa situazione in cui la gente è molto preoccupata e spaventata bisogna che noi riusciamo a reagire e a farci coraggio perché, anche di fronte a questa difficoltà, potremmo nascere in un mondo migliore. Non abbiamo capito che quello che conta di più è di essere di aiuto l'uno all'altro invece finora abbiamo fatto quasi esattamente il contrario. Non abbiamo capito che tutti siamo interconnessi e quindi se non ci comportiamo bene l'uno con l'altro stiamo male. Non abbiamo capito che uno sviluppo assurdo che ha rovinato l'ambiente, che ha inquinato il pianeta e che ci sta portando alla distruzione del nostro sistema mondo, se non viene “rovesciata” questa situazione non ne usciremo! Il nostro corpo risente moltissimo delle nostre emozioni, della nostra mente e di tutto quello che noi siamo. Quindi bisogna cambiare il nostro atteggiamento e pensare che in futuro dovremmo aiutarci reciprocamente e che ognuno di noi dovrebbe smettere di pensare al proprio egoismo e cercare di collaborare con gli altri.
Questa esperienza globale, che riguarda ogni singolo cittadino su questo pianeta terra, ci sta donando il grande privilegio di assumerci delle responsabilità, di comprendere una delle lezioni più importanti che, a nostro scapito e soprattutto di migliaia di vite umane, ci esorta al cambiamento. Siamo di fronte ad una biforcazione: se continueremo a vivere come abbiamo fatto finora, andremo verso il caos; se invece approfitteremo di questa situazione per cambiare - e cambiare vuol dire cambiare davvero completamente, cioè non mettere più in primo piano solo l'aspetto economico, l'aspetto dello sviluppo, del risparmio, quanto piuttosto l'aspetto dell'aiuto reciproco, delle strutture sociali che proteggono la salute dei cittadini, non solo la sanità ma anche l’istruzione, la cultura, il ruolo dello Stato - allora il mondo recupererà pian piano l’equilibrio perduto. Penso che dovremmo riprendere la visione keynesiana dell’economia, molto diversa da questo liberismo economico estremo che ci sta portando al caos.
Il cambiamento in grado di fare la differenza avviene nella profondità del nostro cuore. Quanto c’è di vero in questo e come è possibile attivare questo processo?
All’interno del libro “Happy genetica. Dall'epigenetica alla felicità” ho voluto intitolare un capitolo in questo modo: “Amore: l’energia che muove l’universo” citando Sant’Agostino che insegnò “Ama e fa’ ciò che vuoi”. Fino ad oggi abbiamo dato libero sfogo al “fa’ ciò che vuoi” soddisfando il nostro Ego, dimenticandoci però della parolina precedente “Ama”.
Può descrivere “GAIA AS IS & TO BE” utilizzando parole ed immagini atte a simboleggiarla. In altri termini quali immagini potrebbero esprimere, secondo il suo personale punto di vista, il nostro Pianeta nel tempo attuale e nel tempo futuro che si auspica?
Potrei citare la nota espressione di uno dei più grandi scrittori mai esistiti, William Shakespeare che, ne La Tempesta scrive “Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”, da intendersi non in senso metaforico, ma come una realtà, nel senso letterale del termine. La conoscenza ci fa capire che noi siamo parte del mondo e che il rispetto di tutti gli esseri viventi e del mondo coincide con il rispetto di noi stessi e della nostra vita. Il danno fatto agli altri e all’ambiente coincide con il danno che noi ci procuriamo. Noi apparteniamo al mondo e dobbiamo riconquistare questo senso di appartenenza per ampliare la nostra coscienza e ridare il senso alla nostra esistenza.
Bibliografia di riferimento e link utili
Laszlo E., Biava P.M., (2013). Il senso ritrovato. Milano: Springer
Biava P.M., (2008). Il Cancro e la Ricerca del Senso Perduto. Milano: Springer
Biava P.M., Frigoli D., Laszlo E., (2014). Dal segno al simbolo. Il Manifesto del Nuovo Paradigma in Medicina. Bologna: Persiani
Biava P.M., Romagnoli R., (2018). Happy genetica. Dall’epigenetica alla felicità. Cervia: Eifis
Laszlo E., Biava P.M., (2019). Information Medicine. Rochester Vt: Healing Arts Press
Richard Romagnoli intervista il Prof. Pier Mario Biava al link
*Dr.ssa Alessandra Bracci - Manager presso una multinazionale automotive e vincitrice di premi nazionali ed internazionali nel marketing. Capo Redattore della rivista MATERIA PRIMA - Rivista di Psicosomatica Ecobiopsicologica. Autrice di pubblicazioni in ambito scientifico.