Introduzione alla sincronicità
Claudio Widmann
a cura di Alda Marini
Mi sono recata più volte ai convegni di Claudio Widmann, studioso del simbolo e dell’immaginario, che da anni raccoglie esperti da tutto il mondo per proporre riflessioni su temi fra i più complessi e densi della psicoanalisi. Quello su cui ci soffermeremo è la sincronicità. Nel 2016 sono usciti gli atti del convegno sul tema e subito dopo un suo libro dal titolo Introduzione alla sincronicità.
Il coraggio che l’autore esprime nell’affrontare un tema così vasto e dalle implicazioni difficili da assimilare, si ribalta nella modestia della complessa ricostruzione della nascita del concetto. Il suo libro, infatti, appare fin dalle prime pagine una disamina articolata e completa della nascita nel pensiero junghiano del concetto di sincronicità. La sua analisi parte dall’attenzione precoce al tema dei fenomeni occulti, in cui scienza e paranormale si intrecciano, conducendo il lettore a cogliere la coerenza intima del pensiero junghiano che si declina poi in ambito scientifico.
Ci introduce agli studi di fisica e la figura di Wolfgang Pauli (1), che dalla richiesta di un consulto psicologico, finirà col creare con Jung un’amicizia profonda durata decenni. In breve tempo, i due giungono ad intavolare un coinvolgente e intenso scambio di idee ed ipotesi, nel comune intento di trovare possibili spiegazioni di fenomeni ai limiti del conoscibile, sia in ambito psicologico che fisico. Entrambi trattano l’energia e l’immaterialità, della psiche e delle particelle: i fenomeni osservati, sia in psicologia che in fisica, non potevano più essere spiegati da una logica lineare e meccanicistica. Widmann anche qui ci sintetizza con efficacia che: “Il fisico e lo psicologo scoprono (…) che nei livelli più profondi della realtà si verificano fenomeni inverosimili e si ritrovano in situazioni dove le abituali categorie della logica vengono infrante: lo sperimentatore viene inglobato nell’esperimento, soggettivo e oggettivo perdono di demarcazione specifica, la sequenza prima-dopo viene sovvertita e ciò che avviene dopo influenza ciò che viene prima, elementi distanti e senza alcuna connessione di tipo fisico accadono insieme, eventi particolari si verificano in assenza di causa” (Widmann, 2016, pp. 16-17).
Quindi nelle particelle, che si comportano come fossero dotate di una protomente, Pauli scopre l’anima della materia! In accordo, anche il pensiero junghiano si muove in aree nuove attraverso i fenomeni sincronici e il legame fra psiche e realtà concreta si fa più stretto giungendo a percepirne un intimo raccordo. Di contro, Jung ridà materia all’anima.
Ecco che la sincronicità prende forma e dignità come ambito di riflessione analizzandone le caratteristiche, riflettendo sulla casistica, distinguendone le esperienze. Esperienza sincronica non vuol dire però semplice contemporaneità temporale o contiguità spaziale di eventi.
Widmann sottolinea la differenza fra coincidenza e circostanza: le circostanze circum-stanno, stanno intorno costituendo semplici fattori contingenti; le coincidenze accadono-insieme e costituiscono un fenomeno interattivo. Questo è l’ambito della sincronicità che coinvolge attenzione e percezione giungendo a cogliere situazioni che convergono l’una sull’altra, fondendosi in un unico senso. L’evento è sufficientemente ‘vicino’ per essere colto, in quanto ciò che esprime assume significato simbolico pregnante per la vita del soggetto.
Widmann prosegue la sua disamina analizzando molti fenomeni sincronici, ad esempio quelli che vedono accostati fenomeni atmosferici di forte intensità ad eventi riguardanti nascita o morte di personaggi rilevanti nella storia dell’uomo - come se il sistema mondo allineasse sincronicamente cataclismi o potenti sconvolgimenti alla scomparsa di personalità ad alta connotazione energetica.
Quello che costituisce una forte emozione per il collettivo sociale, si manifesta con uno sconvolgimento fisico nella dimensione dell’ecosistema. Inusuale, improvviso e inatteso, quelle che Chopra (2) chiama le tre ‘i’, sono le caratteristiche di questi fenomeni. Siamo nel campo delle esperienze numinose, corredate da un vissuto di sconcerto, la forte impressione che il soggetto registra rende conto di un valore speciale del momento, come se vi si esprimesse una sorta di contaminazione fra l’evento reale e un senso soggettivo.
Non di poco conto è il ruolo giocato della coscienza. Queste manifestazioni, afferma Widmann, si realizzano soprattutto in condizioni di ridotta vigilanza, quando il soggetto è in uno stato psichico di ‘distrazione’, alterazione emotiva, labilità affettiva o comunque di criticità della coscienza. In tali condizioni, quando compaiono fenomeni inusuali, improvvisi e inattesi, questi colgono di sorpresa la coscienza, la spiazzano e la sbigottiscono e si crea una breccia che apre a nuove consapevolezze.
Ancora Widmann si esprime con lucidità: “le coincidenze rilevanti affiorano nella terra di mezzo fra coscienza in contrazione e inconscio in espansione: si collocano a cavallo fra percezione e immaginazione; oscillano fra verità storica e verità narrativa; introducono ingombranti elementi di soggettività nella percezione dell’oggettività; si situano nel punto di confluenza fra stato interno ed evento interno. (…) sono antinomie fenomeniche (3)” (Widmann, 2016, p. 39).
Tutto ciò introduce necessariamente ad un’ottica complessa e ad una riflessione sul tempo in cui gli eventi accadono. Si tratta del tempo propizio, il tempo giusto, il καιρ?ς, il momento adeguato in cui le cose possono accadere ed essere percepite nel loro senso altro, aldilà della letteralità. L’evento che si manifesta in quel dato momento assume sembianze e colore che non potrebbe assumere in un altro momento.
Oltre la simultaneità temporale e la contiguità spaziale, l’oggettività reale e la plausibilità logica, vi è un principio percettivo cogente che colloca le coincidenze fenomeniche entro un campo semantico comune, entro un’unica area di contenuti. Sono contenuti che lo qualificano e creano un senso.
La mitologia e il pensiero filosofico inducono Widmann a dedurre che nell’antichità la separazione fra spirituale e materiale non sia netta, con la relativa trascendenza di un mondo nell’altro. Anche il sogno entra significativamente nelle esperienze esaminate, quale elemento importante di sincronicità, Artemidoro di Daldi (Scrittore greco del II sec. d.C.) cita nei suoi scritti fenomeni di sogni anticipatori di realtà sottolineando come materiale e immateriale non siano incompatibili, e quanto compare visto in sogno è quanto si presenta nella realtà. Tutto sembra convergere verso il concetto di sympathia rerum, la capacità delle cose di richiamarsi fra loro influenzandosi reciprocamente, in quanto tutte partecipano di un unico universo e sono animate da un identico principio vitale.
Anche Dante viene qui citato nella sua esperienza mistica narrata nel Paradiso, quando ha la percezione di unità dell’universo.
Nel suo profondo vidi che s’interna,
legato con amore in un volume,
ciò che per l’universo si squaderna:
sustanze e accidenti e lor costume
quasi conflati insieme, per tal modo
che ciò ch’i’ dico è un semplice lume.
La forma universal di questo nodo
credo ch’i’ vidi, perché più di largo,
dicendo questo, mi sento ch’i’ godo (4).
Dante vede nella mente divina tutto l'Universo legato in un volume: le sostanze, gli accidenti, i loro rapporti, tutto è unito; gli è possibile osservare l'essenza divina che unifica in un tutto il creato, e dicendo ciò ancora oggi sente in sé la gioia.
Scorrendo il testo di Widmann vediamo trattati tutti i grandi temi junghiani che la sincronicità include: l’archetipo, l’inconscio collettivo, il simbolo, la funzione trascendente, il Sé e… torniamo al senso.
Ciò che rende tutto ciò utile alla pratica analitica e ci permette di tornare al nostro lavoro arricchiti del pensiero di letterati, filosofi, teorici della scienza, in un percorso amplificativo che converge e ritorna al nucleo.
La psicosomatica viene trattata brevemente, ma in modo efficace a partire dalla posizione di Jung che valuta inadeguato costruire una relazione causalistica fra psiche e corpo per spiegare il loro rapporto. Il disturbo fisico non è una conseguenza di dinamiche psichiche, bensì psiche e soma costituiscono un unico mondo che risponde unitariamente ad un ordinamento a-causale che si sviluppa secondo un progetto inconscio: “La sincronicità possiede caratteristiche che possono contribuire a chiarire il problema corpo-anima. (…) la presenza del ‘sapere assoluto’, della conoscenza non mediata da alcun organo sensoriale che caratterizza il fenomeno sincronistico, sostiene l’ipotesi o esprime l’esistenza di un significato che sussiste di per se stesso. (…) (questo) si trova in uno spazio psichicamente relativo e in un tempo corrispondente, ossia in un continuum spazio-tempo” (Jung, 1976, p. 525). La psiche non influenza il corpo generando alterazioni, ma psiche e soma sono un’unità inscindibile, correlata (entangled). Sono fenomeni sincronistici le manifestazioni psicosomatiche che rivelano un assetto profondo che descrive l’intero psicosoma. “Il disegno complessivo di tutto ciò certamente sfugge alla percezione dell’explicated order, ipoteticamente riposa nelle strutture dell’implicated order” (Widmann, 2016, p 176), la logica del senso è unica per mente e corpo (Widmann, 2016, p. 245).
Tutto ciò ha un alto valore per noi psicoterapeuti, ci aiuta a prendere in esame tutte le componenti in cui la complessità del paziente si esprime sincronicamente, nessuna esclusa; il simbolo, infatti, oltre ad un carattere espressivo ha un carattere impressivo imprimendo un senso al processo stesso mentre lo rappresenta, ha cioè una potenzialità trasformativa (Widmann, 2016, p. 252). Nelle profondità psicoidi (Widmann, 2016, p. 243) dell’Unus Mundus archetipo, simbolo e sincronicità sono aspetti intimamente connessi di un medesimo processo. Possiamo dire che l’archetipo, che permea tutto l’esistente, si esprime nel simbolo che si materializza nelle manifestazioni dello psichico e del fisico.
In questo quadro l’immagine simbolica diviene prodotto di sincronicità. Dal macrocosmo al microcosmo in un intreccio di materia e psiche, l’immagine simbolica e, attraverso di essa, l’archetipo esprime il medesimo concetto e invita l’individuo a fare ordine e chiarezza. Il mondo diventa terra, concretezza e si eleva di nuovo nella dimensione simbolica esprimendo l’appartenenza ad un’unica matrice dove gli opposti si uniscono, lo psicoide. Il processo è unico e risolve il rapporto fra psichico e fisico in un nesso a-causale sincronico dove l’archetipo informa allo stesso modo fisico e psichico, corpo e anima. La sottile armonia che permea tutto l’universo si estrae e diventa visibile in momenti speciali: momenti, sincronie potenti in cui si crea una sorta di squarcio dell’infinito che precipita nel finito e che abbaglia il singolo contaminato dall’universo.
Sinossi – Ai margini della scienza e ai limiti della conoscenza s’estende un regno incerto di esperienze indiscutibili, ma inspiegabili: coincidenze involontarie e sorprendentemente puntuali, incontri occasionali e oculatamente propizi, combinazioni casuali e tristemente infauste. Fantasie vaghe anticipano fatti precisi, soluzioni fortuite si rivelano più felici di quelle a lungo cercate, sogni assurdi precorrono eventi impensati, impressioni immotivate trovano la loro giustificazione in fatti sconosciuti. Sincronicità è termine che compendia esperienze di questo tipo, prive di cause note o immaginabili, che presuppongono conoscenze necessarie ma impossibili, che richiedono condizioni precise ma inverosimili, che sfuggono alla spiegazione della ragione e alla comprensione della mente. Da tempi immemori, per questi fenomeni il pensiero magico escogita spiegazioni che il pensiero scientifico non sa trovare, la parapsicologia immagina processi che la psicologia non sa sondare. Da tempi più recenti la fisica dei quanti e la psicologia del profondo affermano che si tratta di fenomeni inspiegabili, ma non per questo inconoscibili. Senza pretesa di fornire spiegazioni, avanzano descrizioni nuove, che infrangono griglie descrittive insufficienti e consentono di contemplare anche ciò che non è dimostrato, di comprendere ciò che non viene spiegato, di cogliere il senso in ciò che è privo di causa. Sincronicità non è solo una parola nuova per indicare fenomeni antichi; è anche una teoria per pensare l’inconcepibile e per addentrarsi nell’inconoscibile.
Claudio Widmann – Psicologo analista (CIPA, IAAP) docente di teoria del Simbolismo e dell’Immaginario presso diverse scuole di specializzazione in psicoterapia, vive e lavora a Ravenna
Alda Marini – Psicologa, psicoterapeuta, psicologa analista, membro dell’ANEB (Associazione Nazionale di Ecobiopsicologia), del CIPA (Centro Italiano di Psicologia Analitica) e dell’IAAP (International Association for Analytical Psychology). Esperta in psicosomatica, è docente presso le scuole di psicoterapia dell’ANEB e del CIPA su temi di psicosomatica ecobiopsicologica, età evolutiva, psicologia delle dinamiche di gruppo, processo di individuazione, teoria dei sogni e dell’immaginario, alchimia e metodica junghiana. Effettua attività di ricerca e divulgazione.
Note
1. Fisico austriaco, fu fra i padri fondatori della meccanica quantistica, (Vienna 1900 - Zurigo 1958).
2. Chopra, D. (Nuova Delhi - 22 ottobre 1947) scrittore e medico indiano, (2013). Le coincidenze. Milano: Sperling e Kupfer
3. Coesistenza di due leggi fra di loro contraddittorie e riferite ad un unico oggetto. Basandosi sul principio di contraddizione l’esistenza dell’antinomia prova, o che l’oggetto delle due leggi non esiste, o che si tratta apparentemente di un unico oggetto.
4. Parafrasi del testo (Paradiso Canto XXXIII v. 85-93): Nella sua profondità vidi che tutto ciò / che nell’universo è separato e diviso / che è qui raccolto in un unico punto con amore: / le sostanze, gli accidenti e il loro rapporto / sono quasi uniti insieme, ma quello che io dico / è solo un semplice lume della luce intera. / Sono certo di aver visto la forma universale / del Creato, perchè, anche solo dicendo questo, / sento di provare un godimento immenso.