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L’alchimia dell’anima. Dalla saggezza del corpo alla luce della coscienza

L’alchimia dell’anima.
Dalla saggezza del corpo alla luce della coscienza.
Diego Frigoli

a cura di Dr.ssa Lucia Carluccio*

Recensione pubblicata in Psychofenia - Volume XXIII, Issue 41-42 (2020)

È un’ipotassi elaborata e fluida quella che scorre nelle pagine di questo libro, e non è solo il procedimento sintattico a essere complesso, ma soprattutto i contenuti che vanno man mano dispiegandosi, mostrandosi, svelandosi. E chiarendosi. Sì, tutto si fa chiaro. Se si ha tra le mani questo libro e si lascia che le sue parole penetrino nella mente, ci si accorge di non sentirsi più al centro del mondo, ma ci si percepisce come parte integrante del mondo. Frigoli, nella parte iniziale, ci fa comprendere come si debba superare la concezione secondo la quale la psiche esclude la parte materiale. L’autore non esclude affatto la materia nel confronto con la psicologia, anzi spiega come, anche attraverso le teorie quantistiche e le ricerche all’avanguardia, la coscienza e la psiche si estendano al di là del corpo e interagiscano con le fonti informative del suo ambiente. Questa fondamentale connessione era stata già intuita da Laszlo e da Jung, ma Frigoli ci spiega, in quest’opera, come tale intuizione sia reale e come la psiche sia dunque eterna ed esistente oltre lo spazio che abitiamo. Non è più filosofia, né estetica, ma realtà. La vita si manifesta attraverso infinite forme che non sono casuali, bensì “analogicamente correlate e cariche di significati simbolici”. I miti, le religioni, le tradizioni di ogni popolo e persino i testi dei poeti, spiega ancora l’autore, rimandano a “immagini isomorfe”. L’archetipo è inosservabile, ma attraverso il “mezzo ambientale” può generare una forma osservabile condensata nell’infrarosso e una analoga nell’ultravioletto. Quindi Frigoli spiega che, se il flusso ambientale è l’aria, l’archetipo si manifesterà sul piano infrarosso come “polmone” e nell’ultravioletto con immagini legate all’ispirazione. Ogni artista, dunque, crea immagini che provengono proprio dall’energia potentissima dell’archetipo e ci parlano, indirettamente, del suo modo di operare. L’approccio diretto, invece, con l’archetipo è assai pericoloso per l’Io e ciò può avvenire nella malattia mentale come nella possessione. Quanto è forte il rapporto tra energia e creatività! È solo l’inizio del libro, ma ogni pagina è intrisa di un sapere elevato e che porta a interrogarsi sulla natura umana in un modo che interi libri non mi hanno portato a fare.
Attraverso la lettura delle sue pagine, argomenti elevati e infiniti (che evocano, spiegano, definiscono paradossalmente l’infinito e l’indefinito), diventano comprensibili.
Ogni paragrafo è la tappa di un viaggio che porta a interpretare la realtà in modo circolare, dove prevale una logica di tipo simbolico e sincronico e non solamente causale.
È un cammino in cui non ci si ferma mai, una corsa, un’esplorazione, una scoperta, in cui si confrontano saperi antichissimi ai recenti sviluppi della fisica, della biologia e della fisica quantistica. L’autore descrive e va oltre alle diverse considerazioni religiose, mettendo in  luce come tutti i principi archetipici siano presenti in ogni azione creatrice. Parte dai cammini labirintici della genesi spirituale già intuita dagli antichi filosofi e porta il lettore alla realtà di oggi che, grazie alle scoperte, alla mappatura del DNA, agli studi sulla epigenetica, rende possibile all’uomo l’esplorazione di sé stesso.
Se il diagramma circolare costituito da punti, cerchi, triangoli e quadrati che è il mandala simboleggia l’universo, questo libro ci regala delle conoscenze che permettono al lettore di ritrovare tutti i livelli della sua personalità e di raggiungere, attraverso le analogie, la dialettica della molteplicità e dell’unità.
Sono dodici capitoli, dodici come il numero che indica la conclusione di un ciclo compiuto. Un ciclo illuminato, e proprio la luce è il fenomeno approfondito nella parte centrale del libro, a partire dalla sua accezione fisica fino ad arrivare a quella filosofica, metafisica e simbolica. Ancora una volta Frigoli ci spiega come riflessioni partorite da filosofi antichi siano poi state confermate dalla cosmologia e dalla fisica quantistica che ci parlano della presenza di un “campo akashico”, una sorgente informativa dell’universo. Sono basi empiriche che ci dimostrano come l’organismo vivente possa vivere su questo pianeta (e forse anche in altri) grazie ai precisi parametri dell’universo. È spesso sottolineato il fatto che molte volte gli studi scientifici siano orientati da un eccessivo razionalismo che parla di determinismo e causalità, invece c’è un’altra dimensione della realtà da cui scaturiscono i nostri processi mentali ed è l’inconscio collettivo. Con attenzione e originalità, viene approfondito il pensiero del “filosofo della luce”, Ruggero Bacone, il quale già capiva che ogni cosa era legata all’altra da segrete connessioni.
Frigoli, attraverso le sue pagine, porta noi fortunati lettori a rivivere finalmente la Shechinà, il volto femminile di Dio. Noi, uomini moderni, non ne siamo più capaci, abbiamo perduto la consapevolezza di quanto l’immaginazione sia importante, fondamentale per percorrere le strade dell’universo, per saper decifrare il volto di tutto ciò che ci circonda. Gli uomini del Rinascimento e persino quelli del Medioevo erano più abili di noi in questo, avevano una confidenza intima con le relazioni che avvicinano l’uomo alla propria profondità. Viene narrato ciò che successe al maestro Sufi, il quale meditava a occhi chiusi. Un passante gli chiese perché volesse perdersi tutte le meraviglie del mondo. Sufi gli spiegò che si sbagliava perché tutto ciò che era fuori era un segno di ciò che era nel cuore. Frigoli è un “Sufi dei giorni nostri”, ci insegna a guardarci dentro entrando in contatto con la parte nostra più luminosa. Ci porta a “meditare sulla luce, nutrendoci di luce”. Lo fa parlando anche, nell’ultimo capitolo, della sua personale esperienza: finalmente si vede, finalmente ci si vede. Le passioni si imbiancano, si purificano, la chiara luce si contempla, nel luogo della propria individualità con dentro il soffio della natura.
L’alchimia dell’anima parte dalla saggezza del corpo fino ad arrivare alla luce della coscienza: è un libro che illumina, svela la realtà e soprattutto rivela ciò è appartiene al mistero del divino.

Diego Frigoli, L’alchimia dell’anima. Dalla saggezza del corpo alla luce della coscienza, Edizioni Magi, Roma, 2017

*Dr.ssa Lucia Carluccio - Laureata in lettere moderne con Laurea Specialistica in Linguistica è docente di Lettere e autrice di varie pubblicazioni fra le quali si ricorda il romanzo “Il Cigno e la Ballerina” vincitore della seconda edizione del Premio Letterario Internazionale Dario Abate Editore.