L’armonia nel dolore
Giorgio Cavallari, Mara Breno, Naike Michelon, Leonardo Menegola
a cura di Dr.ssa Lucia Carluccio*
Il dolore fa paura, tende a essere negato, rimosso, evitato. Leggendo l’introduzione capiamo come, guardandoci attorno, si è portati a considerare armonioso tutto ciò che ha delle “belle proporzioni”. Ciò avviene per quanto riguarda l’espressione architettonica e artistica e, mi viene da dire, anche per quella poetica: è difatti la struttura metrica regolare di un testo e il ritmo musicale e le assonanze e le consonanze nei versi che ci rimandano a una dimensione di armonia e di musicalità. E dove c’è armonia e benessere, l’uomo “sta bene”.
Questo libro, però, ci porta in un luogo diverso, molto lontano da ciò che l’accordo delle parti produce, ci conduce, invece, lì dove regna la sproporzione, l’esperienza spiacevole e oscura che, nella vita, non può essere evitata del tutto e che purtroppo può raggiungere anche livelli insopportabili. Gli autori del testo, però, sentono di avere, come terapeuti, il dovere di fare il possibile per evitare che un individuo possa raggiungere “punte estreme di sofferenza”. Ma come? Verrebbe da chiedersi. Le risposte possono essere trovate nelle pagine del libro edito “La biblioteca di Vivarium” nel 2020, frutto di un lavoro a otto mani. Precisamente gli autori sono Giorgio Cavallari, analista del CIPA e dell’International Association for Analytical Psycology e docente presso l’Istituto ANEB e presso la Scuola di Psicoterapia SPP – età evolutiva di Milano, Mara Breno, psicologa, psicoterapeuta, responsabile di Docenza e Supervisore presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Istituto Aneb, terapeuta EMDR, Naike Michelon,
psicologa, psicoterapeuta, docente presso l’Istituto ANEB e terapeuta EMDR e infine Leonardo Menegola, antropologo, musico terapeuta e docente presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca.
La bellezza del libro, a mio parere, risiede soprattutto nell’”armonia”, appunto, che si è creata tra quattro menti diverse con altrettante differenti ma affini visioni, letture, esperienze professionali e vissuti personali che, però, si incastrano perfettamente, come tasselli di un’immagine che dona senso al dolore. A proposito di immagini, se ne trovano diverse tra le pagine: sono quelle di opere di altissimo valore, frutto della mente di artisti che hanno saputo trasformare il dolore restituendo all’umanità, attraverso l’opera, un senso simbolico e amplificato dell’esperienza. Anche noi, trovandocele davanti, possiamo intuire il mondo segreto che il pittore ha “sentito” nelle cose che ha deciso di rappresentare, come succede a ogni artista che, come dice Diego Frigoli, riescono a “percepire la vita secondo l’intelligenza del cuore”. Il tema del dolore è subito presentato attraverso il titolo che appare su una copertina dal forte impatto:
raffigura l’opera, non a caso, “Disperazione” di Edvard Munch e il lettore si ritrova così davanti a pennellate decise e colori intensi con un personaggio oscuro che non mostra il volto, ma rivela il dolore.
Ogni contributo, nella vasta complessità, crea una chiara coerenza tra le parti accompagnando il lettore in un processo finalizzato alla conoscenza della verità. Come afferma Giorgio Cavallari nel primo capitolo “Perché parlare del dolore”, non è in uno stato di appagamento che solitamente emerge la creatività dell’uomo, bensì in situazioni in cui si è sofferenti, addolorati, tesi. Il titolo “L’armonia nel dolore” è un ossimoro che colpisce e destabilizza. Come può regnare armonia nel dolore? Due concetti lontanissimi e in antitesi sono volutamente accostati e suscitano curiosità in chi, nella sofferenza, un senso, addirittura uno stato di equilibrio e coerenza, crede sia difficile trovarlo, se non impossibile. Questa curiosità, scoprendo le pagine del libro, sarà pienamente appagata e supererà le aspettative perché capiremo che non soltanto un senso è possibile trovarlo, ma necessario. Il pensiero ecobiopsicologico accomuna i quattro autori. Ognuno di loro, nella propria sezione all’interno del libro, dimostra come di ogni paziente ha considerato non solo la mente, ma anche il corpo e il suo ambiente naturale e sociale. Giorgio Cavallari, Mara Breno, Naike Michelon e Leonardo Menegola hanno trovato “l’armonia nel dolore” indagando la dimensione simbolica e considerando fondamentale la potenzialità del rapporto del paziente anche con il sé psicosomatico. Nella loro relazione terapeutica, sul piano affettivo e cognitivo e simbolico, i terapeuti nonché autori del testo, hanno permesso un valore simbolico a tutto ciò che il paziente ha loro riportato. Questo approccio è chiaramente dimostrato nelle loro narrazioni e argomentazioni: chi ha provato dolore è stato portato, tra l’altro, a porsi in modo creativo dinanzi al proprio destino. Da ciò che emerge dalle pagine del libro, è chiaro come il Sé non si esprima solo nelle immagini, ma anche nei processi di somatizzazione. “Non si ha un corpo: si è un corpo” scrive Leonardo Menegola.
Vengono integrate analogicamente terapia e diagnosi, studiando i linguaggi simbolici del corpo dei pazienti, in un processo di coerenza informativa, espressione dell’attività archetipica. Dagli autori viene analizzato il “dolore” nelle molteplici forme, secondo diverse prospettive di analisi, secondo tradizioni passate, autori (con relative citazioni) e artisti diversi. Il lettore, contemporaneamente, può visitare la profondità degli abissi del dolore e lo stato elevato a cui la comprensione del senso del dolore porta. Alla fine della lettura del libro, come dall’alto, si può avere una veduta vasta e quanto più completa, anche a livello teorico. Un ricco flusso di informazioni rischiara e diffonde luce sull’idea che avevamo, prima della sua lettura, di “dolore”.
Alla fine ci è davvero chiaro che non solo bisogna parlare del dolore, ma è necessario. Difatti Giorgio Cavallari scrive: “Il dolore, primo nemico di ogni terapeuta, ne è anche mefistofelicamente un alleato” e Naike Michelon afferma “il dolore è il motore verso la stanza d’analisi”. Protagoniste indiscusse de “L’armonia del dolore” sono le storie delle pazienti. Particolare attenzione viene data alle condizioni traumatiche, alle conseguenze sia dal punto di vista fisico che psicologico giungendo fino alla matrice archetipica del dolore.
È importante ricordare che l’approccio ecobiopsicologico prevede l’unione, nella coscienza del paziente, di ciò che proviene dal mondo ultravioletto con il mondo dell’infrarosso. Il lettore si sorprenderà dei risultati raggiunti. È proprio un alternarsi di emozioni ciò a cui porta la lettura del libro, per le esperienze di dolore e della luce che esse nascondono. Da uno stile argomentativo ed esplicativo, si passa a narrazioni dinamiche e non prive di discorsi diretti. Ciò favorisce l’immersione nelle storie e l’impatto emotivo. Sono presenti diverse sequenze informative, espositive e riflessive che permettono di rallentare, di tanto in tanto, il ritmo e riflettere su quanto letto.
Il lettore può agevolmente seguire i percorsi di terapia, le interpretazioni, i sensi ritrovati, le conclusioni alle quali si è giunti. Non meno importanti gli scritti dei pazienti, le espressioni, i disegni. A tal proposito Mara Breno scrive: “Si rivelava in tutta la sua significatività e imponenza quello che Melanie Klein definisce la relazione con l’oggetto persecutorio di cui riporto l’esempio delle parti scisse attraverso uno dei suoi disegni”. “La vita non mi è più,/arrestata in fondo alla gola,/ che una roccia di gridi” scriveva Giuseppe Ungaretti nella raccolta “Il dolore”. Ma, dopo la lettura de “L’armonia del dolore” sarà possibile capire come la vita possa riprendere il suo fluire e smetterla di arrestarsi in fondo alla gola e, sorprendentemente, le grida trasformarsi in canti. Meravigliosi.
*Dr.ssa Lucia Carluccio - Laureata in lettere moderne con Laurea Specialistica in Linguistica è docente di Lettere e autrice di varie pubblicazioni fra le quali si ricorda il romanzo “Il Cigno e la Ballerina” vincitore della seconda edizione del Premio Letterario Internazionale Dario Abate Editore e la raccolta di poesie “Nitida dallo spessore del cielo” Bertoni Editore