La Grande Madre
Fenomenologia delle configurazioni femminili dell’inconscio
Erich Neumann
a cura di Dott.ssa Raffaella Restelli*
Erich Neumann nel suo testo La Grande Madre - Fenomenologia delle configurazioni femminili dell’inconscio, si propone di approfondire l’evoluzione dell’aspetto psichico femminile analizzando l’Archetipo della Grande Madre utilizzando una metodologia di indagine di una complessità e ricchezza straordinarie, una mescolanza caratteristica dell’Autore del tutto irripetibile, di analisi e sintesi, di sistematicità e di libero sviluppo, di distinzione concettuale e amplificazione, di separazione e collegamento.
Nella psicologia analitica di C.G. Jung, l'archetipo, o imago o immagine mitologica o primordiale, è un contenuto dell'inconscio collettivo che determina la tendenza a reagire e a percepire la realtà secondo forme tipiche costanti nei vari gruppi culturali e periodi storici. Quando si parla di “immagine primordiale” o di Archetipo della “Grande Madre”, non ci si riferisce a una realtà concretamente esistente nello spazio e nel tempo, ma a un’immagine interiore, che agisce nella psiche umana. L’espressione simbolica di questo fenomeno psichico è costituita dalle raffigurazioni e dalle forme della grande dea femminile che l’umanità ha rappresentato nei riti e nei miti dell’umanità primitiva, così come nei sogni, nelle fantasie e nelle raffigurazioni creative di persone sane e malate del nostro tempo.
Per evidenziare la struttura e lo sviluppo dell’Archetipo del Femminile, Neumann rivolge la sua attenzione proprio a quei materiali in cui tipicamente si manifesta l’inconscio collettivo: fiabe, miti, credenze religiose e magiche, rituali, reperti antropologici e paleontologici, etc., condividendone la manifestazione concreta di quelle successioni di stadi archetipici evolutivi al livello filogenetico, nella storia dell’evoluzione dell’intera umanità. Mentre il livello ontogenetico rimane necessariamente in ombra, nel senso che trattandosi di un’indagine sugli stadi archetipici, la storia e l’evoluzione al livello del singolo individuo possono solo essere illuminate dai risultati di un’indagine di materiale collettivo, ma non viceversa.
Neumann sostiene che nel femminile si possono distinguere due caratteri che si compenetrano, coesistono e si contrappongono: sono il carattere femminile elementare e il carattere femminile trasformatore. Distinzione che viene fatta dall’Autore per comprendere ed interpretare, l’esperienza di sé e l’esperienza del maschile da parte del femminile. L’uomo possiede infatti un’esperienza interiore del femminile assolutamente inconscia, così come la donna possiede un’esperienza del maschile assolutamente inconscia.
Per carattere elementare, Neumann intende quell’aspetto della dimensione femminile che tende, in quanto “Grande Cerchio”, a mantenere fermo ciò che da esso sorge e a circondarlo come una sostanza eterna. Tutto quello che nasce dal femminile appartiene ad esso anche quando l’individuo diviene autonomo, è l’Archetipo del Femminile che relativizza tale autonomia, rendendola una variante secondaria della sua essenza eterna. Il carattere elementare si estrinseca inoltre in senso positivo offrendo protezione, nutrendo, riscaldando e contenendo, e in senso negativo manifestandosi attraverso il rifiuto e la privazione. Il carattere elementare del femminile ed il suo simbolismo, dal punto di vista psicologico, esprimono la situazione originaria della psiche, ciò che Neumann definisce “matriarcale”.
In contrasto con il carattere elementare, si trova il carattere trasformatore, come espressione dell’elemento dinamico della psiche, che in opposizione alla tendenza conservatrice del carattere elementare, spinge al movimento, al cambiamento e dunque alla trasformazione. Quando la personalità si differenzia e si svincola dalla condizione iniziale puramente inconscia, il carattere trasformatore diventa autonomo e preme verso lo sviluppo, portando movimento ed inquietudine. Esso non viene esperito dalla coscienza solo come positivo, così come il carattere elementare non viene esperito solo come negativo, entrambi i caratteri assumono l’ambivalenza tipica dell’Archetipo del Femminile e della Grande Madre. La natura trasformatrice del Femminile, costringe a una tensione, a un mutamento e a una intensificazione della personalità che con uno sforzo estremo da parte dell’Io ne stimola la trasformazione creativa.
Neumann ci insegna a riconoscere gli stadi del Sé femminile nella sua obiettivazione nel mondo degli archetipi, dei simboli e dei riti, in certa misura un mondo storico-eterno. Le sfere simboliche ascendenti, in cui il Femminile diviene visibile col suo carattere elementare e trasformatore come Grande Cerchio, signora delle piante e degli animali, e infine come genitrice dello spirito e Sofia nutriente, corrispondono agli stadi dell’auto-dispiegamento della natura femminile. Ciò si manifesta nella donna come “eterno femminino” e trascende in un infinito l’incarnazione terrena di ogni donna, così come ogni sua forma fenonemica sul piano simbolico ed esistenziale. Tali manifestazioni dell’Archetipo del Femminile, in ogni tempo e cultura, in tutti gli uomini del mondo preistorico e storico, emergono anche nella vita reale della donna moderna, nei sogni e nelle visioni, nelle coazioni e nelle immagini fantastiche, nelle proiezioni e nei rapporti, nelle fissazioni e nelle trasformazioni personali.
La Grande Dea, se possibile riassumere il tutto come unità e molteplicità archetipica della natura femminile, è l’incarnazione del Sé femminile che si sviluppa nella storia dell’umanità così come nella storia di ogni singola donna; la sua realtà determina la vita collettiva e individuale. Questo mondo psichico archetipico, compendiato nella multiformità della Grande Dea, è la potenza sotterranea che ancor oggi, in parte con gli stessi simboli e nello stesso ordine evolutivo, in parte con modalità e dinamismi diversi, determina la storia psichica dell’uomo moderno, e soprattutto della donna moderna.
«L’uomo è “in possesso” di molte cose che non ha mai acquisito, ma che ha ereditato dai suoi antenati. Quando nasce non è una tabula rasa: è solo inconsapevole. Ma porta con sé sistemi organizzati in modo specificamente umano, pronti a funzionare, che sono il risultato di milioni di anni di evoluzione umana. Come nell’uccello l’istinto migratorio e l’istinto di costruire il nido non sono mai appresi o acquisiti individualmente, così anche l’uomo alla sua nascita racchiude in sé la trama fondamentale del suo essere, non solo della sua natura individuale ma anche di quella collettiva» (C.G. Jung, Opere vol. 4, Freud e la psicoanalisi, Bollati Boringhieri, 1913).
Erich Neumann, La Grande Madre – Fenomenologia delle configurazioni femminili dell’inconscio, Roma, Casa Editrice Astrolabio-Ubaldini Editore (1981)
Sinossi – L’Autore esplora l’immagine primordiale, archetipica, della Grande Madre, che è sempre presente nella psiche dell’uomo e la cui espressione si incontra nel rituale, nella mitologia e nell’arte dell’antichità, come pure nei sogni, nelle fantasie e nelle creazioni dell’uomo contemporaneo attraverso un’analisi strutturale di amplissimo respiro, documentandola con un vasto materiale tratto da molte culture e diversi periodi storici, e corredandola di un imponente apparato iconografico. Nel suo testo, Neumann ricostruisce, chiarifica e consente di interpretare la storia e la situazione individuale dando loro un senso compiuto, una luce nuova e rilevatrice attraverso un’esperienza interiore che pochi libri nell’intera storia dell’umanità sono capaci di dare. Una sfida tra le più ardue, quella dell’Autore che introduce nella psicologia archetipica la dimensione evolutiva mettendo in evidenza come la simbologia dei processi inconsci si articoli in serie evolutive, in successioni di stadi il cui ordine di comparsa è esso stesso archetipicamente determinato come un processo continuo e senza termine che conduce l’umanità, dall’iniziale situazione di immersione nell’inconscio alla coscienza e all’integrazione. «Ogni donna è, come ogni grembo, il grembo primordiale della Grande Madre da cui tutto ha origine, il grembo dell’inconscio. La Grande Madre minaccia l’ego con il pericolo dell’autodistruzione, della perdita di sé, in altre parole della morte e della castrazione.» (Erich Neumann)
*Dr.ssa Raffaella Restelli – Studiosa nell’ambito delle Scienze Umane, linguista e psicologa iscritta alla British Psychological Society con la quale collabora attivamente. Laureata in Lingue e Letterature Moderne presso Università Cattolica di Milano e in Psicologia presso Università Newcastle UK. Counselor ad indirizzo ecobiopsicologico. Traduttrice area Editoriale ANEB.