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La perfezione ha il volto di una pace feroce

La perfezione ha il volto di una pace feroce

di Eleonora Bombaci

>>> Leggi l’articolo completo qui pp. 22-29 <<<

Il caso di Matilde invita il lettore ad istituire un pensiero sull’influenza che le relazioni primarie esercitano sulla psiche di un individuo e come gli elementi transgenerazionali contribuiscano a tracciare rotte definite e talvolta ineluttabili nella vita di una persona, costituendosi come terreno su cui si strutturerà l’edificio di un’intera esistenza. L’analisi della qualità delle relazioni di attaccamento diviene pertanto fondamentale nella lettura delle vicende della paziente e impone una costante attenzione su quegli elementi che dipanandosi nella storia di vita, dichiarano ciò che si è precocemente costituito nella matrice psicosomatica, determinando stili relazionali, caratteristiche di personalità e quadri sintomatici precisi.
Matilde è una giovane donna che, attraverso il lavoro di psicoterapia, entra coraggiosamente in rapporto con queste istanze ed inizia a costruire un quadro sempre più coerente e significativo della propria esistenza, restituendo un senso ad aspetti dolorosi e ritrovando gradualmente una dimensione sempre più consapevole ed autentica di sé stessa nel mondo.
La paziente inizia il suo percorso portandomi la fragilità del cristallo e la rigidità, di matrice difensiva, di una roccia granitica, attivando da subito in me l’immagine della brina, fenomeno meteorologico che dichiara il passaggio da una forma gassosa ad una solida senza che si transiti dalla forma liquida. La funzione che attiene alla liquidità è quella che rimanda al mondo emotivo, un mondo seppellito e negato in Matilde, sovente sacrificato ad un impianto famigliare rigido e incurante dei colori e delle geometrie che le emozioni sanno raccontare.
Di generazione in generazione il codice morale improntato ad una religiosità talvolta chiusa e bigotta ed i dictat famigliari orientati da una visione scarna e pragmatica, hanno contribuito alla definizione di una personalità cristallizzata e pacificata nella propria immobilità, senza la possibilità di entrare in contatto con la dimensione emotiva: tutto nella vita della paziente è organizzato, schematico, prevedibile, perfetto, finché l’amore per un uomo non fa scricchiolare la grande torre di cristallo, destabilizzando gli equilibri e le certezze e conducendo Matilde a quella crisi necessaria per poter finalmente riconoscere e legittimare tutto ciò che fu lungamente taciuto.
La donna incontra finalmente la bambina che custodisce dentro di sé, con delicatezza impara a riconoscerla, ad ascoltarla e progressivamente la aiuta a curare le ferite antiche, guidandola pian piano alla propria verità, recuperando la vivacità emotiva e integrandola nella vita relazionale attuale.
La narrazione della storia di Matilde parte proprio da questo primo contatto con il freddo cristallo della brina, per poi accedere insieme alla radice che ha generato tanto gelo. Percorreremo la storia famigliare, la relazione con la figura materna, gli elementi traumatici, le influenze culturali della propria terra, gli aspetti che hanno determinato la sua ricchezza ed i suoi timori. Ci lasceremo guidare da preziosi sogni che svelandosi, dichiarano da subito la direzione da seguire, ci soffermeremo sul senso simbolico di un corpo che racconta il proprio disagio ed informa, senza troppe mediazioni, rispetto alle quote di dolore che la paziente si porta dentro, fino a giungere a nuove possibilità, a nuove forme, rispettose della dimensione originale, ma capaci di integrarne consapevolmente quegli aspetti “liquidi” da sempre negati.
Nel caso che descrivo, provo a narrare tale percorso, avvalendomi delle immagini e delle parole della paziente, così da condurre il lettore nel vivo dei codici emotivi della stessa e nella ricchezza del suo mondo liquido che come fonte segreta, dal cuore della terra, erodendo gradualmente i sedimenti di roccia, sgorga timida, ma gioiosa, mostrando la sua bellezza al mondo.

AUTRICE: Eleonora Bombaci – Psicologa Psicoterapeuta ANEB, supervisore presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Istituto Aneb.

References
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Immagine
Giovanni Segantini, Il castigo delle lussuriose, Liverpool, Walker Art Gallery, 1891