LE MASCHERE DELL'ANIMA
Editoriale
di Giorgio Cavallari e Alessandra Bracci
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Cosa lega fra loro gli articoli di questo numero di Materia Prima, così diversi? Quale filo rosso, o meglio ancora quali onde, quali vibrazioni consentono che strumenti così diversi suonino la stessa melodia, con un ritmo ed una armonia comune, come una sorta di orchestra che all’inizio apparirà al lettore improvvisata, ma gli basterà soffermarsi un momento, senza la fretta che caratterizza troppo i nostri giorni, per cogliere che si tratta di una improvvisazione non casuale.
In primo luogo, un tema che subito risuona fra le righe di questo numero è quello della vita, e non poteva che essere così, considerando che questo numero di Materia Prima che vede la luce a dicembre 2024, “chiude” idealmente l’anno in cui si è svolto il secondo Congresso di Ecobiopsicologia, dal titolo La vita si fa mente.
Il lettore troverà nei diversi contributi la vita comparire come portatrice di una duplice natura, duplicità che ricorda la tensione degli opposti cara ad Eraclito nella cultura occidentale, e la stessa tensione creativa così elegantemente illustrata nel simbolo del Tao nella tradizione orientale.
Perché duplicità creativa? Perché non vi è nulla di così autoevidente, oseremmo dire “ovvio”, del fatto che siamo esseri viventi all’interno di un mondo popolato da altri esseri viventi, e la visione ecobiopsicologica ci ricorda ad ogni passo che siamo fatti di corpo e mente indissolubilmente legati alla dimensione eco, a ciò che visse prima di noi, che vive con noi, e che ci sopravviverà. Anche gli studi di etimologia antica ci suggeriscono che nella lingua latina il concetto astratto di vita sarebbe derivato da quello, più arcaico, concreto ed esperienziale, di vivus, cioè essere vivente.
La vita però, e questo tema risuona fra le righe di tutti gli articoli, è anche mistero, qualcosa di non totalmente afferrabile, mai riducibile a categorie di una singola scienza, sia essa la biologia, la psicologia, la sociologia. Il mistero della vita confligge, in modo creativo e fecondo, con la sua “ovvietà”.
Mistero, meraviglia, stupore, sospensione… sorprendiamo allora i nostri autori a parlare di estetica, meglio, a parlare di bellezza, parola che compare nei diversi testi insieme ad un altro vocabolo caro alla riflessione ecobiopsicologica, quello di archetipo. Per l’Ecobiopsicologia la bellezza davanti alla quale ci si stupisce, ci si meraviglia, ci si accosta pieni di curiosità che sappiamo potrà essere solo parzialmente soddisfatta è la bellezza archetipica, bella ed insieme buona e giusta, come intuirono i filosofi della Grecia classica, che si esprime nelle forme vitali, che obbediscono alla analogia vitale, e quindi ai principi fondamentali a cui l’uomo può aderire creativamente in modo personale ed originale, ma non sottrarsi.
Fra le pagine di questo numero il lettore troverà riflessioni originali su vita, bellezza, archetipi… ma non pensi solo a speculazioni colte, incontrerà anche pagine scritte da chi quotidianamente pratica, dialoga e riflette sulla psicoterapia ecobiopsicologica, su un modo di prendersi cura della sofferenza umana, ma non solo, anche del bisogno dell’uomo di esprimersi creativamente fra le pieghe concrete della vita quotidiana.
In un procedere che si dipana nel corso della “vita” della rivista Materia Prima, anche questi scritti rappresentano tutti, in misura maggiore o minore, il tentativo di muoversi verso la radice della questione che sta alla base del “viaggio umano”, ossia chi siamo come esseri umani.
Siamo esseri ecobiopsicologici! Ciò significa che siamo portatori di una soggettiva originalità e creatività e, al tempo stesso, siamo nodi di una rete collettiva che comprende l’ambiente naturale, la società e la cultura. Ed è proprio nella continua tensione fra queste due dimensioni – Io e Sé – che emerge la differenza fra il danzare la vita e l’“esser danzati”, fra il cantare e l’“esser cantati”… un corpo che si muove dal proprio centro archetipico; un ritmo che si sincronizza fra due ambiti, quello personale e quello impersonale; una nuova concezione del simbolo quale elemento capace di stabilire un ponte fra le esigenze dello sviluppo individuale e la coscienza etica di appartenere ad un Tutto.
L’essere umano quale riflesso in-formativo della più vasta creatività dell’universo, ripete analogicamente nella propria totalità le leggi del più grande cosmo e ne costituisce l’aspetto sintetico, l’istante concreto che si àncora alla materia; laddove cosmo riassume in sé due significati strettamente affini: l’ordine e la bellezza – intesa come armonia che è proporzione secondo Natura.
Dunque, quell’ordine che è presente nell’universo sarà presente anche nell’uomo, e l’armonia che ne regge le sue leggi immutabili si esprimerà nell’uomo come sintesi di parti armonizzate nel Tutto: il continuum biologico, psicologico e spirituale che si snoda nelle infinite metamorfosi filogenetiche, in un progetto virtuale che ha come fine la propria coscienza individuata. È in questo senso che possiamo parlare dell’essere umano come Creatura Integrale radicata nella sua fisicità, che diviene tempio vivente del proprio “uni-verso”, inteso nella sua accezione etimologica di progressiva emancipazione cosciente verso l’unità. Nella parola “integrale” la duplice scansione di “in” negativo e di “tag” – dal latino tangere che vale “toccare” – esprime il senso di ciò che è incorrotto ed intangibile. Allo stesso tempo, “tag” in greco viene inteso come “ordinare”, cioè disporre le forme formate della Vita secondo la costante armonica che definiamo legge universale. In tale ottica il “viaggio” di ciascun essere umano sarebbe un percorso di integrazione cosciente delle diverse componenti fisiche, psichiche e spirituali: un processo di trasformazione sottile del corpo e dell’anima ove il dio interiore può nuovamente manifestarsi.
Giorgio Cavallari – Psichiatra, Psicoterapeuta, Direttore Generale ANEB, Direttore Scientifico Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Istituto ANEB e Responsabile Scientifico area editoriale ANEB.
Alessandra Bracci – Laureata in Economia e Psicologia, è Manager presso una multinazionale automotive e vincitrice di premi nazionali ed internazionali nel marketing. Specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Istituto Aneb. Responsabile area editoriale ANEB. Capo Redattore della rivista Materia Prima. Autrice di pubblicazioni in ambito scientifico.