Home Nekyia. Sentieri di conoscenza

Nekyia. Sentieri di conoscenza

Nekyia. Sentieri di conoscenza
Aurelio Sugliani

a cura di Dr.ssa Lucia Carluccio*

Pubblicato nel 2022, Nekyia di Aurelio Sugliani è un vero e proprio “sentiero di conoscenza” da attraversare: il lettore si ritroverà a percorrerlo acquistando, passo dopo passo e con crescente tensione, luce e rivelazione. Aurelio Sugliani è uno psicologo, appassionato di mitologia e di studi sul simbolismo, già autore di due saggi: “Tex Willer. Tra mito e archetipo” e “Voci, racconti e narrazioni del corpo”. Aurora (viene usato uno pseudonimo) è la protagonista del viaggio definito “introversione della mente cosciente negli strati più profondi della psiche incosciente”, cammino intrapreso con la ricerca, intensa e consapevole, del proprio Sé.
Il terapeuta di Aurora, proprio grazie al raggiungimento della meta da parte di Aurora, fu lieto di dire ai familiari, alla morte della donna, queste parole: “Sappiate che Aurora si è compiuta”.
Grazie alla lettura di Nekyia, ognuno può diventar testimone della sofferenza, dell’inferno, ma anche dell’eternità che si è svelata davanti alla donna. Aurora è stata vittima di una malattia oncologica e il suo processo trasformativo, in seguito al percorso terapeutico, è durato nove mesi. In particolare, in questo libro, sono esaminate le sue “visioni” avute in seguito ad un particolare metodo di introspezione, “l’immaginazione attiva” che, come Jung sosteneva, pone l’individuo nella particolare condizione di scoprire l’archetipo in modo spontaneo, senza essere preda di allucinazioni o stati di estasi.
Si può ben intuire quanto sia vasta la complessità dei contenuti affrontati, eppure la forma attraverso la quale essi vengono presentati riesce a renderli chiari, nitidi, ordinati, lindi. Dopo la preziosa prefazione di Diego Frigoli, Aurelio Sugliani, nel prologo, chiarisce i confini nei quali collocare le visioni che giungeranno in seguito al lettore e lo fa attraverso una formulazione semplice e scorrevole, con numerose note che chiariscono ulteriormente i vari punti che necessitano di spiegazioni. Nulla è lasciato al caso e lo si può percepire sin da subito, in ogni termine, in ogni passo, in ogni precisazione. Nella vastità di ciò che sta per raggiungerlo, il lettore è guidato da informazioni puntuali: la biografia della protagonista, i tempi e i fatti.
Ogni elemento è  descritto e prepara, accompagna, accenna a ciò che verrà. Alla fine di così tante parole, però, ciò che resterà sarà soltanto silenzio, non quello di chi non sa parlare, ma un silenzio intriso di rispetto, ammirazione, stupore dinanzi al mistero, all’oscurità, origine e fine di tutto, come per Aurora, come per tutti noi.
Il libro consta di 23 capitoli, brevi e densi: tale ripartizione facilita la comprensione, dipana e sgroviglia ciò che può apparire, in un primo momento, intricato e complesso. Ma l’autore, esperto di simbolismo, sa bene come descrivere le visioni di Aurora, immagini archetipiche portanti forze originarie ed eterne. In modo abile, in ogni capitolo, grazie al titolo, troneggia e spicca l’immagine che verrà “esplorata”. L’uso della prima persona, nella narrazione delle visioni, coinvolge maggiormente il lettore, lo rende partecipe e attento; la scelta del tempo presente, invece, permette di comunicare le azioni immaginate da Aurora in modo assai evidente e fa capire quanto la dimensione presente a cui ci si riferisce leggendo fosse il momento stesso in cui la narratrice stava raccontando. Anche grazie a queste scelte narrative, si ha l’impressione di stabilire con la paziente un contatto, una certa vicinanza.
I diversi momenti che si susseguono nelle visioni si muovono con disinvoltura e con un tono controllato. La sobrietà espressiva deriva dalla scelta di un linguaggio e di una sintassi semplici. Bisogna però specificare che la facilità è soltanto apparente: la scrittura non si esaurisce nel significato letterale, ma mantiene un margine di oscurità. Le parole sono semplici, ma il concetto risulta sfuggente: ciò intensifica la potenza percepita. Tutte le visioni di Aurora suscitano, ancor prima delle relative interpretazioni, un profondo desiderio di conoscenza e ricerca. Si viaggia insieme ad Aurora: una parte lontanissima interiore conosce già l’origine delle sue visioni e allora se ne resta colpiti, impressionati, affascinati.
Come è poi chiarito nelle conclusioni, se si pensa che tale cammino è stato il risultato della grave malattia, l’idea della necessità vitale della donna è resa, nei suoi testi, dalla ricorrenza di immagini suggestive, complesse, riferite a diversi ambiti sensoriali. La forza incontenibile di ciò che viene descritto è evidenziata ancor di più dalle frasi brevi, dalla sintassi elementare. La semplicità della lingua mira a restituire la forma del sentire. Il sentire galoppa e avverte la dimensione numinosa dove vigono le leggi dell’Archetipo.
L’autore spiega ogni visione facendo anche riferimento a diversi autori studiosi dell’immaginario e del simbolismo e usa, come spiegato nel prologo, un registro simbolico/analogico/metaforico.
Così, Aurelio Sugliani, riesce a gettare luce nel lungo percorso di individuazione di Aurora: ogni momento è svelato attraverso espressioni efficaci e che spingono il lettore a fermarsi, a non considerare soltanto ciò che il visibile esprime ed evitando la prevedibilità della realtà alla quale siamo abituati, al suo riprodursi meccanico e scontato.
Efficace anche la scelta, nella parte centrale del libro, di usare le immagini a colori: attraverso la comunicazione visiva aumenta l’attenzione, l’immediatezza del messaggio e viene esaltata la bellezza del simbolo.
È inevitabile non acquisire uno sguardo più penetrante sul mondo dopo aver attraversato queste pagine, questo viaggio, queste visioni: anche le poesie di Aurora, in modo originale e toccante, gettano luce e respiro. Emozionano e conducono alla riflessione. D’Altronde, i versi di Aurora, come oro nelle ferite, ricordano l’indispensabilità e l’eternità del genere poetico che, proprio per il luogo da cui nasce, è comune a tutti gli uomini.
Nekyia è un sentiero di conoscenza che attraversa il mistero della vita e della morte. Un lettore legato alla visione banale e ordinaria dell’esistenza, inizierà, pagina dopo pagina, a vedere tutto da un’angolazione differente e a scrutare l’anima segreta delle cose, ad ascoltare la “musica celestiale”, a vedere “Blu rischiarare soglie e confini”. Ce lo ha insegnato Aurora nei suoi versi: tutti noi, ora, possiamo avere meno paura di guardare quelle soglie e più coraggio nel superare quei confini.

Sinossi
Nekyia … secondo Jung “è l’introversione della mente cosciente negli strati più profondi della psiche incosciente”. E infatti questo testo è sia una preziosa testimonianza quanto il racconto di un’esperienza “limite” di chi, trascendendo la propria biografia personale e le contingenze mondane, si è inoltrato in una dimensione “numinosa” dove vigono le leggi dell’Archetipo. Questo percorso di conoscenza è stato un viaggio di chi ha aspirato alla piena libertà e al compimento del proprio destino.

*Dr.ssa Lucia Carluccio - Laureata in lettere moderne con Laurea Specialistica in Linguistica è docente di Lettere e autrice di varie pubblicazioni fra le quali si ricorda il romanzo “Il Cigno e la Ballerina” vincitore della seconda edizione del Premio Letterario Internazionale Dario Abate Editore e la raccolta di poesie “Nitida dallo spessore del cielo”, Bertoni Editore