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Atti del Primo Congresso Nazionale di Ecobiopsicologia

30 novembre 2020

Atti del Primo Congresso Nazionale di Ecobiopsicologia

Sono disponibili gli Atti del Primo Congresso Nazionale di Ecobiopsicologia, tenutosi a Milano nel 2019, dal titolo “Il Corpo come Mandala dell’Universo”. Basta scorrerli per cogliere quello che è stato lo spirito autentico del Congresso, e accedere a quel confronto appassionato che mira a comprendere, ad aprire le menti, a suscitare stupore e curiosità. È estremamente interessante anche gettare lo sguardo sulle immagini che sono state in tale sede proposte, immagini offerte allo sguardo dei partecipanti dopo essere state dai relatori cercate, intensamente vissute, profondamente meditate.

Parole e immagini, modi essenziali con i quali gli uomini hanno da sempre cercato di condividere il loro interesse per la verità, per ciò che di essenziale accade dentro di loro e attorno a loro: attraverso le parole e le immagini, infatti, l’uomo e le comunità umane hanno fin dalla più antiche culture messo in atto quell’anelito, quello slancio vitale che Dante sintetizzò nel suo «fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza», e che l’ecobiopsicologia come scienza della Vita riprende, oggi.

Il tema del corpo è stato posto al centro del Congresso, tema che il lettore troverà come filo conduttore leggendo il presente volume, ma lo troverà declinato nella prospettiva originale dell’ecobiopsicologia, scienza nuova, scienza complessa, scienza che affonda le sue radici in tre dimensioni fra loro inestricabilmente legate, e cioè quella psichica, quella corporea e quella “ambientale”, senza la quale non esisterebbero le prime due, cosa questa che spesso, e pericolosamente, si dimentica.

«Conosci te stesso», suggeriva in modo enigmatico nell’antichità greca, alle origini della cultura occidentale, l’oracolo di Delfi. Conosci la tua mente, conosci il tuo corpo, conosci il mondo, l’universo, la terra, la natura che ti ospitano, suggerisce l’ecobiopsicologia, soprattutto conosci la Rete della Vita a cui appartieni come uomo, come creatura dotata di psiche e di soma, conosci le relazioni che legano la tua irripetibile originalità a ciò che ti circonda. Rete della Vita, di cui il corpo è un nodo fondamentale.

Nella tradizione culturale della Grecia antica, il genio di Omero mandò il personaggio di Ulisse a interrogare le “ombre” nell’Ade per conoscere quale potesse essere il suo destino, e gli fece compiere un rituale pregno ancor oggi di una ricchissima valenza simbolica: perché le ombre potessero parlargli e gli rispondessero, egli doveva prima dare loro da bere del sangue, il liquido della vita, il fluido che circola nel corpo, che quando scorre nelle membra le fa vivere, e quando invece è versato traumaticamente fuori dal corpo ne causa la morte. Dovette accettare che «della gente defunta chiunque tu lasci giungere a bere il sangue, può dirti veraci parole». Una psiche lontana dal corpo e dal sangue non potrà ambire a cogliere, e a pronunciare, veraci parole.

Non meno importante è stata la nozione di corpo come “carne” nell’altra radice originaria della cultura occidentale, quella giudeo-cristiana. Nel prologo del Vangelo di Giovanni è testualmente scritto: «il Verbo si è fatto carne». Il più “intellettuale” dei vangeli si apre con questa sorprendente, rivoluzionaria dichiarazione: la parola più alta, il Verbum di Dio si materializza, si incarna, come ogni uomo, nel corpo di una donna. La purezza dello spirito non teme l’incontro con la concretezza della materia.

Viviamo in un tempo in cui il corpo dell’uomo e della donna è spesso svilito da ovvietà, banalizzazioni, trattamenti estetici che nulla hanno a che fare con il bello, o brutalmente mercificato e “cosificato”. Per noi, invece, non cessa di essere un “mistero”. Usiamo il termine “mistero” non per riferirci ad un dominio incomprendibile o magico-irrazionale nel senso deteriore del termine, ma per delineare qualcosa che dispone di una profondità che ne impedisce l’appiattimento umiliante, e che ha sempre qualcosa di nuovo da “dirci” nell’incontro con cui lo esploriamo.

Sono disponibili gli Atti del Primo Congresso Nazionale di Ecobiopsicologia, tenutosi a Milano nel 2019, dal titolo “Il Corpo come Mandala dell’Universo”. Basta scorrerli per cogliere quello che è stato lo spirito autentico del Congresso, e accedere a quel confronto appassionato che mira a comprendere, ad aprire le menti, a suscitare stupore e curiosità. È estremamente interessante anche gettare lo sguardo sulle immagini che sono state in tale sede proposte, immagini offerte allo sguardo dei partecipanti dopo essere state dai relatori cercate, intensamente vissute, profondamente meditate.

Parole e immagini, modi essenziali con i quali gli uomini hanno da sempre cercato di condividere il loro interesse per la verità, per ciò che di essenziale accade dentro di loro e attorno a loro: attraverso le parole e le immagini, infatti, l’uomo e le comunità umane hanno fin dalla più antiche culture messo in atto quell’anelito, quello slancio vitale che Dante sintetizzò nel suo «fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza», e che l’ecobiopsicologia come scienza della Vita riprende, oggi.

Il tema del corpo è stato posto al centro del Congresso, tema che il lettore troverà come filo conduttore leggendo il presente volume, ma lo troverà declinato nella prospettiva originale dell’ecobiopsicologia, scienza nuova, scienza complessa, scienza che affonda le sue radici in tre dimensioni fra loro inestricabilmente legate, e cioè quella psichica, quella corporea e quella “ambientale”, senza la quale non esisterebbero le prime due, cosa questa che spesso, e pericolosamente, si dimentica.

«Conosci te stesso», suggeriva in modo enigmatico nell’antichità greca, alle origini della cultura occidentale, l’oracolo di Delfi. Conosci la tua mente, conosci il tuo corpo, conosci il mondo, l’universo, la terra, la natura che ti ospitano, suggerisce l’ecobiopsicologia, soprattutto conosci la Rete della Vita a cui appartieni come uomo, come creatura dotata di psiche e di soma, conosci le relazioni che legano la tua irripetibile originalità a ciò che ti circonda. Rete della Vita, di cui il corpo è un nodo fondamentale.

Nella tradizione culturale della Grecia antica, il genio di Omero mandò il personaggio di Ulisse a interrogare le “ombre” nell’Ade per conoscere quale potesse essere il suo destino, e gli fece compiere un rituale pregno ancor oggi di una ricchissima valenza simbolica: perché le ombre potessero parlargli e gli rispondessero, egli doveva prima dare loro da bere del sangue, il liquido della vita, il fluido che circola nel corpo, che quando scorre nelle membra le fa vivere, e quando invece è versato traumaticamente fuori dal corpo ne causa la morte. Dovette accettare che «della gente defunta chiunque tu lasci giungere a bere il sangue, può dirti veraci parole». Una psiche lontana dal corpo e dal sangue non potrà ambire a cogliere, e a pronunciare, veraci parole.

Non meno importante è stata la nozione di corpo come “carne” nell’altra radice originaria della cultura occidentale, quella giudeo-cristiana. Nel prologo del Vangelo di Giovanni è testualmente scritto: «il Verbo si è fatto carne». Il più “intellettuale” dei vangeli si apre con questa sorprendente, rivoluzionaria dichiarazione: la parola più alta, il Verbum di Dio si materializza, si incarna, come ogni uomo, nel corpo di una donna. La purezza dello spirito non teme l’incontro con la concretezza della materia.

Viviamo in un tempo in cui il corpo dell’uomo e della donna è spesso svilito da ovvietà, banalizzazioni, trattamenti estetici che nulla hanno a che fare con il bello, o brutalmente mercificato e “cosificato”. Per noi, invece, non cessa di essere un “mistero”. Usiamo il termine “mistero” non per riferirci ad un dominio incomprendibile o magico-irrazionale nel senso deteriore del termine, ma per delineare qualcosa che dispone di una profondità che ne impedisce l’appiattimento umiliante, e che ha sempre qualcosa di nuovo da “dirci” nell’incontro con cui lo esploriamo.

Curatori

Mara Breno - psicologa, psicoterapeuta. Responsabile di docenza e Supervisore presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Istituto Aneb, terapeuta EMDR, ha al suo attivo vari contributi scientifici e divulgativi.

Giorgio Cavallari - medico psichiatra, psicoterapeuta, analista di formazione junghiana (CIPA, IAAP), Direttore Generale, Direttore Didattico e Docente della Scuola di Psicoterapia Istituto Aneb.

Diego Frigoli - medico, psichiatra, psicoterapeuta, fondatore del pensiero e del Metodo Ecobiopsicologico. Autore di numerosi testi tra i quali L’Alchimia dell’Anima (Magi 2017); Il Linguaggio dell’Anima (Magi 2016); Intelligenza Analogica (Magi 2015); Dal Segno al Simbolo scritto con Pier Mario Biava, e Ervin Laszlo (Persiani 2014); La fisica dell’Anima (Persiani 2013).

Alda Marini - psicoterapeuta, psicologa analista (CIPA, IAAP), esperta in psicosomatica (ANEB). Per Aneb è responsabile dei rapporti con le istituzioni scientifiche e la rete interdisciplinare. Effettua attività di ricerca e divulgazione, con relative pubblicazioni.

 

Tra i relatori - Antonella Adorisio, Mara Breno, Giorgio Cavallari, Magda Di Renzo, Diego Frigoli, Giulio Giorello, Mariolina Graziosi, Alda Marini, Leonardo Menegola, Augusto Shantena Sabbadini, Wilma Scategni, Kristina Schellinsky, Claudio Widmann e Luigi Zoja.

 

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