Calore
* A cura di Costanza Ratti, psicoterapeuta ANEB
“Quando il mare è disperato, nuotare con calma e determinazione è l’unica cosa da fare. Ancora più fortemente, manteniamo la rotta”.
Quando ho ricevuto questo messaggio la scorsa settimana da una persona cara, ho avuto la sensazione che quel coacervo vagamente stonato di emozioni che stavo provando si fosse trasformato in un’armonica melodia, non allegra forse, ma una melodia. Non solo qualcuno sapeva tradurre i miei stati d’animo in un’immagine limpida ma in quell’immagine c’era anche un’indicazione chiara su come affrontare la situazione passo dopo passo.
Se dovessi tradurre in una sensazione cinestesica ciò che ho provato alla lettura di quel messaggio direi… calore.
In termodinamica il calore è l’energia prodotta a seguito di una reazione chimica (o nucleare) che viene trasferita da un sistema a un altro o tra due parti dello stesso sistema. Poiché si parla di energia trasferita, il calore non è propriamente un’energia interna, inerente cioè alle molecole del sistema, ma un’energia di scambio che tuttavia incide sull’energia interna del corpo. In che modo?
Il calore può modificare la temperatura del corpo e in tal caso si parlerà di calore sensibile, oppure può indurre un cambio nello stato di aggregazione (calore latente). Un esempio chiarirà facilmente questo concetto. Immaginiamo una pentola sul fuoco. La reazione chimica tra il legno e l’ossigeno, ovvero la combustione, produce un notevole quantità di calore che viene trasmessa alla pentola piena d’acqua. Inizialmente il calore provoca un aumento della temperatura (calore sensibile) ad esempio da 30 a 60 gradi, quando però l’acqua ha raggiunto la temperatura di ebollizione, il calore viene immagazzinato dal liquido (calore latente) fino a quando non avviene il cambiamento di stato da liquido a vapore.
In altre parole, il calore ha l’effetto di eccitare le molecole di un corpo e di aumentarne l’energia cinetica. Il calore, momento dopo momento, muove i mattoncini della materia, fino a creare una trasformazione di stato.
Quale metafora migliore per rappresentare la relazione che cura…?
Ma ci manca ancora un pezzo, il principio. Come avviene la combustione che produce calore, che produce movimento, che produce cambiamento? Ovvero, come si forma l’immagine che sintetizza in maniera armonica emozione e simbolo facendo sentire la persona che ci sta di fronte davvero compresa?
Torniamo alla chimica. La combustione è una particolare reazione chimica, detta ossidoriduzione esotermica, poiché in essa, in virtù di un innesco, avviene uno scambio di elettroni tra il combustibile che perde elettroni (ad esempio il carbonio presente nel legno) e il comburente che li acquisisce, ad esempio l’ossigeno, con la produzione di calore e spesso di radiazioni luminose.
Quindi la combustione è una combinazione specifica tra due elementi il cui effetto è la produzione di energia sottoforma di calore e spesso di luce. Che questo processo ricordi ciò che accade nelle relazioni amorose quando sono appassionate, è un’intuizione immediata, ma la sua formulazione più poetica si deve al celebre romanzo di Goethe, Le Affinità Elettive.
Tuttavia, come terapeuti ecobiopsicologici, sappiamo che la passione, la coniunctio, il matrimonio assumono la massima forza psicologica quando si realizzano dentro il soggetto, tra le sue parti. Allora qual è la combustione che possiamo innescare dentro di noi per produrre quel calore che scalda e mette in moto? Quale il legno e quale l’ossigeno? Quale la parte materiale, quale la parte spirituale? Quale il versante infrarosso e quale l’ultravioletto, secondo la celebre metafora junghiana dello spettro ottico (Jung, 1947/54, pp. 228-229)?
Una cosa che trovo interessante è che il processo che porta l’emozione e il pensiero a incontrarsi per formare un’immagine che le condensa non avviene per qualcun altro, ma sotto la spinta di una tendenza unificante, il cui effetto, nel momento in cui viene condivisa, è quello di creare calore per un altro. Non credo che se la mia amica avesse cercato delle parole rassicuranti senza attraversare la sua personale esperienza emotiva sarebbe stata così efficace. La rassicurazione, se non nasce da una coniunctio interiore, è simile ad una catasta di legna senza la scintilla, è la promessa di un calore, che però non riesce ad accendersi.
Come ci mostra la prof.ssa Daniela Lucangeli, docente di psicologia dello sviluppo presso l’Università di Padova, psicopedagogista ed esperta dei disturbi del neurosviluppo, nel suo libro “A mente accesa”, una mente capace di accendersi e di accendere l’altro, è frutto di un costante incontro tra esperienza personale e ricerca scientifica, emozione e pensiero, sé e altro, e il suo effetto è la cura. Per un bambino, così come per un paziente che soffre, l’adulto che si china e lo guarda negli occhi è l’esperienza dell’essere visto là dove si trova, è il calore che mette in moto. “Per aiutare i bambini – scrive Lucangeli - credo si debba andare a prenderli là dove soffrono, dove si sono perduti, anche se questo significa scendere in un punto buio dove perfino noi che siamo i sapienti, possiamo incontrare il limite delle nostre sicurezze e delle nostre competenze (vere o presunte che siano), per trovare l’armonica giusta” (2020, p. 46).
Ecco, l’armonica giusta, quello strumento che, essendo ben accordato, risuona nell’altro. Ironicamente, o sincronicamente, in chimica l’armonica è detta fiamma cantante!
Bibliografia
Atkins P.W. (1999), Fondamenti di Chimica, Zanichelli, Bologna.
Bachelard G. (1967), La psicoanalisi del fuoco, Edizioni Dedalo, Bari, 2010.
Frigoli D. (2017), L’alchimia dell’anima. Dalla saggezza del corpo alla luce della coscienza. Edizioni Magi, Roma.
Jung C. G. (1947/54), Riflessioni teoriche sull’essenza della psiche, in Opere, Bollati Boringhieri, Torino, 1994, Vol. 8.
Lucangeli D. (2020), A mente accesa. Crescere e far crescere, Mondadori, Milano.