Diabete: una lettura ecobiopsicologica
Il diabete mellito è una malattia cronica a carico del metabolismo, in cui il pancreas non produce livelli sufficienti di insulina. L'insulina è un ormone proteico il quale hai il compito di rendere utilizzabili dal nostro organismo le sostanze nutritive ingerite e tra le sue azioni vi è quella di ipoglicemizzare il sangue, ovvero di abbassare la concentrazione di glucosio nel flusso ematico. Questo ormone permette al glucosio di penetrare nelle cellule, che così possono produrre energia o possono stoccare lo stesso sotto forma di glucogeno (cellule epatiche) e averne una riserva all'occorenza. Con il diabete purtroppo viene meno questa azione dell'insulina, il glucosio resta nel sangue e finisce con il diventare un fattore tossico, dando origine a malfunzionamenti a carico di occhi, reni e del sistema nervoso periferico.
Il diabete mellito è uno stato cronico di iperglicemia e si manifesta in due forme:
• diabete mellito di tipo I: le cellule del pancreas endocrino smettono di produrre insulina sufficiente al metabolismo degli zuccheri perchè sono attaccate dal sistema immunitario della persona. Per questo motivo viene detto insulino-dipendente: la persona che ne soffre è costretta a sopperire alla mancanza di auto-produzione di insulina, assumendola dall'esterno a intervalli regolari. Compare soprattutto in soggetti di giovane età (al di sotto dei 20 anni).
• Diabete mellito di tipo II: l'insulina prodotta dal corpo non è sufficiente a mantenere regolare la glicemia, oppure non agisce a pieno nelle sue funzioni e quindi si verifica comunque una condizione di iperglicemia. Questa seconda tipologia sopraggiunge per lo più dopo i 30/40 anni.
Esiste poi un ulteriore forma di diabete, quella gestazionale, che compare nelle donne in gravidanza e tende a scomparire con la fine della stessa. Il fatto di aver sofferto di questa variante della patologia risulta essere fattore di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo II in età avanzata.
Le cause del diabete, in tutte le sue forme, non sono ancora del tutto chiare. Spesso gli studi scientifici parlano di una componente genetica, ma sappiamo anche che esiste un'epigenetica, la quale mette in luce come l'espressività genica non sia un processo così lineare e prestabilito. Altri fattori predisponenti alla malattia individuati sono l'obesità, condizioni di vita sedentarie e sovraccarico di stress.
Da un punto di vista biochimico, le cellule della persona affetta da diabete si comportano come le cellule di un soggetto a digiuno: non nutrendosi, la persona non porta alle proprie cellule la materia prima per eccellenza per il metabolismo, ovvero il glucosio. Nel caso del diabete, il glucosio è presente nella circolazione, anzi aumenta la sua concentrazione, proprio perchè non può essere assimilato ed usato dalle cellule. In maniera grossolana potremmo dire che il diabetico ha qualcosa di simile ad un affamato. L'ecobiopsicologia ha sottolineato più volte come esista una nutrizione fisica e una nutrizione psichica e come esista una relazione tra queste. Se ci spostiamo nel piano dell'ultravioletto, potremmo andare ad indagare se tutto ciò che la persona intrioietta viene assimilato fino in fondo e riesce ad essere utilizzato o se esiste un intoppo come nel piano dell'infrarosso.
Le teorie dell'attaccamento hanno evidenziato come l'esperienza del nutrimento sin dai primi momenti di vita è caricata di aspetti emotivi e relazionali e questa connessione può diventare il palcoscenico di dinamiche intersoggettive interiorizzate, come abbiamo visto nei disturbi alimentari. Il bisogno d'amore è costitutivo della struttura della nostra mente e secondo la psicodinamica del conflitto, potremmo ipotizzare che il glucosio diventi rappresentativo per identificazione proiettiva di quell'affettività amorevole di cui il soggetto ha bisogno e che è stata caricata da tratti ambivalenti e non è stata una base sicura per la costituzione dell'Io, originando un processo di somatizzazione.
Minuchin et al. hanno messo in luce come le famiglie dei soggetti che hanno sviluppato forme di diabete di tipo I in età giovanile, siano caratterizzate da alto invischiamento, iperprotettività, rigidità e non risoluzione dei conflitti. L'iperglicemia potrebbe rappresentare quell'affettività quasi tossica delle relazioni simbiotiche, perchè non sintonizzata sui bisogni del bambino, il quale sperimenta la profonda paura di perdita dell'oggetto d'amore qualora non aderisca alle sue aspettative. L'ecobiopsicologia legge i processi di somatizzazione come sogni del corpo: come in un sogno andiamo alla ricerca di connessioni coerenti tra gli elementi che lo compongono per coglierne il messaggio, così nella malattia cerchiamo una coerenza informativa tra le diverse dimensioni che costituiscono il "sistema uomo".
Un soggetto che ha sviluppato un diabete di tipo I potrebbe su un piano simbolico richiamarsi al confronto con quell'imago materna negativa interiorizzata e rappresentata nell'infrarosso dal glucosio non assimilabile, mentre un soggetto che ha sviluppato un diabete di tipo II in un dato momento di vita potrebbe rappresentare nel suo sintomo corporeo il tentativo di confrontarsi con un vissuto di assenza, rispetto al quale l'Io ha collassato. Il diabete ripropone nel piano dell'infrarosso le esperienze psichiche primarie, di bisogni affettivi che non hanno ricevuto sintonizzazione adeguata.
Il glucosio è per il corpo la primaria fonte di energia, presa dal mondo esterno e fatta propria; pertanto sul piano simbolico potremmo leggere il diabete come una malattia che ripropone un conflitto sul tema dipendenza-autonomia. Questo stesso conflitto è rintracciabile in altri disturbi a carico dell'apparato digerente, qual è la specificità del diabete che coinvolge in modo cronico la dimensione biochimica dell'apparato endocrino? Più si scende nel microscopico, più il conflitto è mascherato, di conseguenza maggiore è la difficoltà di accesso alla coscienza e più la dinamica degli opposti deve essere rivista anche nella sua dimensione archetipica.
Il modello ecobiopsicologico più che porsi alla ricerca di una causalità lineare tra passato e presente, si pone come ricercatore di senso rispetto al futuro. Le malattie, i sintomi, fisici o psichici, sono non incidenti ma "forme formate e in-formate", sono richieste di trasformazioni che il Sè del soggetto fa all'Io. Il terapeuta diventa allora l'orecchio che ascolta il logos della sofferenza, esplorando tutte le dimensioni di questa; più viene coinvolta la dimensione del corpo e quella cellulare, più l'esigenza trasformativa d'anima sembra essere profonda e radicale.
L'ecobiopsicologia permette la formulazione di ipotesi, di domande, di sostare in quei dubbi che diventano i confini dell'area di cambiamento. Le persone possono aver vissuto esperienze emotive nelle loro primissime relazioni caratterizzate da emozioni forti, che hanno perturbato il senso nascente d'identità e sono sprofondate nella memoria implicita, costruendo modelli operativi interni più o meno dissociati. Il sintomo richiama la coscienza sull'esigenza del profondo. Nella stanza di analisi il terapeuta e il paziente si confrontano con i fantasmi del passato personale, ma soprattutto costruiscono una nuova esperienza relazionale, in cui l'Io del soggetto sofferente è richiamato dal Sè a trasformarsi in chi autenticamente è, ad aprirsi a nuove evoluzioni della propria individuazione aiutato dall'Io del terapeuta, a sua volta orientato dal suo Sè.
Bibliografia:
AA.VV., Dizionario dei sintomi, Boroli Editore, Novara, 2002.
Frigoli D., La fisica dell'anima. Riflessioni ecobiopsicologiche in psicoterapia, Paolo Emilio Persiani, Bologna, 2013
Frigoli D., Il linguaggio dell'anima, Magi Edizioni, Milano, 2016
Frigoli D., L'alchimia dell'anima, Magi Edizioni, Milano 2017
Frigoli D., I sogni dell'anima e i miti del corpo, Magi Edizioni, Milano, 2019
Frigoli D., Cavallari G., Ottolenghi D., La psicosomatica. Il significato e il senso della malattia, Xenia, Milano, 2000
Minuchin S, Rosman B, Baker L. Psychosomatic families. Harvard University Press, Cambridge, 1978
Ricci Bitti P.E., Aspetti psicologici del giovane diabetico con particolare riferimento alle dinamiche intrafamiliari, in Giornale di clinica medica. 2002
Sitografia
https://www.youtube.com/watch?v=yqMOZHxG7Lw , INSULA, cortometraggio di Eric Alexander
Articolo a cura della dott.ssa Mara Ortuso