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Fino all'osso

9 settembre 2019

Fino all'osso

a cura di M. Ortuso*

Cos'è l'anoressia nervosa? Come si relaziona con gli altri e con il mondo un soggetto che ha sviluppato un disturbo alimentare? Proviamo a rispondere a partire dalle immagini, avviciniamoci  alla complessità del tema attraverso il film "Fino all'osso".
Diretta da Marti Noxon, Lily Collins si cala nei panni di una giovane ragazza che soffre di anoressia. Dopo l'ennesimo ricovero in una struttura dalla quale viene cacciata per atteggiamenti provocatori, Ellen è ri-accolta temporaneamente a casa dalla sua matrigna e dalla sorellastra. Ellen ha lasciato l'università e sta per abbandonare anche la sua grande passione, il disegno, per inseguire un unico desiderio: riuscire a dimagrire fino a che il suo braccio abbia una circonferenza tale per cui il suo pollice riesca a toccare il suo indice nell'atto di misurarla.
Il passato di Ellen inizia ad affiorare nelle scene in una maniera piuttosto disconnessa, come scisse e dissociate sono le sue emozioni a riguardo. Su ultimatum della matrigna, Ellen accetta di partecipare ad un programma riabilitativo elaborato da un giovane dottore, che ha la nomea di essere poco ortodosso ma di ottenere buoni risultati. La giovane si trasferisce in una sorta di struttura a residenzialità protetta per la cura dei disturbi alimentari.
Le camere non hanno porte, perchè altrimenti all'interno tutti correrebbero in tondo pur di sudare e disperdere le calorie ingerite, i bagni restano chiusi per almeno trenta minuti dopo i pasti per arginare le condotte eliminatorie e anche se non si vuole mangiare tutti devono almeno presenziare alla tavola condivisa.
Ogni ospiste riporta nel gruppo le proprie dinamiche interiori. Ellen è spigolosa, nel corpo e nello spirito. Quando parla, a prescindere dall'interlocutore, ha sempre toni duri, sarcastici, sembra sempre in lotta contro qualcuno quasi non accorgendosene, mescolando l'aggressività a un desiderio di accoglimento assoluto da parte dell'altro.
La madre biologica di Ellen ha probabilmente sofferto di una depressione post-partum e di disturbo bipolare, ha lasciato il padre della ragazza per trasferirsi con una nuova compagna a Phoenix, in un ranch sperduto. Il padre di Ellen è da sempre assente, tanto che neppure mai compare in una scena, nemmeno nella seduta di terapia familiare richiesta dal giovane dottore della clinica. Pochi mesi prima, il blog di Ellen in cui la ragazza pubblicava la sua arte, che intuitivamente possiamo immaginare ossessivamente sul tema del corpo e della magrezza, è stato chiuso a causa di un suicidio di una sua follower. Ma Ellen sembra ancora non aver toccato il fondo, continua a essere spaccata tra vissuti di rifiuto e rabbia da un lato e desideri di protezione e nutrimento dall'altro.
Sarà un atto psicomagico di jodorowskiana memoria a riaprire Ellen all'incontro con il suo Sè. In un momento di estrema sfiducia e attacco alla terapia, la giovane fugge dalla struttura e scappa dalla sua madre biologica, la quale con i suoi strumenti e soprattutto limiti la accoglie. La donna dice di accettare Ellen nel suo desiderio di morire, ma chiede di poterla allattare un'ultima volta, o forse per la prima. Ellen dopo un momento di ritrosia si lascia cullare e prende il biberon dalla madre. Nella notte la giovane si inoltrerà nel deserto, verso una luna piena, tonda e luminosa, e avrà un sogno. Vede se stessa in una bianca veste, appoggiata a un grande albero, verde e rigoglioso, in uno stato di pienezza e leggerezza, sale su un ramo di questo insieme al compagno della clinica con cui ha iniziato a costruire un'amicizia autentica e vede a terra rannicchiata un'altra sè, profondamente denutrita e senza forze. Ma quando i suoi occhi si riapriranno alla luce del giorno, Ellen avrà bisogno e più che mai voglia di respirare, di vivere; solo ora è pronta per iniziare davvero un percorso di cambiamento, non perchè ha toccato il fondo, ma perchè finalmente è entrata nel suo profondo e si è vista e riconosciuta, nel bene e nel male.
La psicoterapia ecobiopsicologica diventa un atto psicomagico, non perchè acting ma perchè l'ecobiopsicologia riesce ad aprire l'Io alla logica del Sè, che altrimenti viene chiamata magia. La relazione terapeutica diventa allora una nuova incubazione, la mente del terapeuta diventa un utero simbolico che nutre e aiuta a crescere verso la propria rinascita il paziente, ma soprattutto che contiene il conflitto non più solo personale ma archetipico, che si incarna in una patologia alimentare. L'io del terapeuta ecobiopsicologico, orientato dalla connessione dei modelli teorici, non solo accede all'io del paziente, alla sua storia personale nel piano della cognizione e del ricordo, ma soprattutto accede alla memoria implicita e a ciò che in essa si è depositato di indicibile e non rappresentabile.
Spesso i pazienti con disturbi alimentari hanno vissuti di mancato nutrimento affettivo, di abbandono e profonde angosce di morte, sono circuitati in una rabbia primaria e nell'archetipo della Grande Madre, buona e terribile insieme. Nella loro storia personale ci portano a confrontarci con le archetipiche forze di eros e thanatos, nell'anima e nel corpo, visto la sintomalogia a carico della funzione alimentare. Come possiamo farlo? Solo attraverso un'intelligenza simbolico-analogica, fulcro del modello ecobiopsicologico. Attraverso questa, l'io del terapeuta aiuterà l'io del paziente a riconoscersi, finalmente alla luce del Sè. Per meglio approfondire il metodo ecobiopsicologico declinato nel trattamento dei disturbi alimentari, vi invitiamo al master di psicosomatica dell'anno 2019-2020: https://www.aneb.it/eventi/programma-del-master-in-psicosomatica-2018-2019/

Bibliografia:

Bruch H., La gabbia d'oro. L'enigma dell'anoressia mentale, Feltrinelli, Milano 2003
De Clercq F., Fame d'amore. Donne oltre l'anoressia e la bulimia, Bur Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 2002
Frigoli D., Il linguaggio dell'anima, Magi edizioni, Milano 2016
Frigoli D., La fisica dell'anima. Riflessioni ecobiopiscologiche in psicoterapia, Paolo Emilio Persiani, Bologna 2013
Frigoli D., L'alchimia dell'anima, Magi edizioni, Milano 2017
Frigoli D., I sogni dell'anima e i miti del corpo, Magi edizioni, Milano 2019

*Dott.ssa Mara Ortuso, psicologa, psicoterapeuta