Noi non vediamo. Riflessioni su etica e poetica alla luce della lettura ecobiopsicologica
di Carlo Melotti
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L'articolo prende le mosse da una serata di Febbraio 2022 in cui ho tenuto una relazione dal titolo “Psicosomatica – Corpo, emozioni, cura”, presso una sala circoscrizionale del Comune di Verona, su richiesta di una delle Banche del Tempo della nostra città. A partire dal concetto di “cura”, ed esponendo poi l'approccio olistico alla persona e la necessità di una sempre crescente attenzione - nella cura stessa - all'aspetto ecologico, biologico e psicologico, la relazione si è snodata collegando i fili del corpo, delle emozioni e delle storie personali con accenni alla biologia e alle neuroscienze, fino alla breve esposizione di qualche caso clinico (ovviamente nella più assoluta irriconoscibilità) incontrato nella mia esperienza, sia come medico di famiglia che nell'ambito del counseling o della psicoterapia. Ho cercato di fare dei concetti fondamentali della psicosomatica, secondo l'ottica ecobiopsicologica, il filo conduttore della relazione.
Le difficoltà legate alla pandemia (un uditorio di persone mascherate), le personali difficoltà a tenere una relazione in pubblico, la complessità dell'argomento e le limitazioni di tempo, sono cadute via via dando luogo ad una serata piacevole e profonda. Già da tempo pensavo ad approfondire il tema delle ricadute che un approccio olistico, ma profondamente incarnato nello psicosoma potrebbe avere sulla medicina tutta. «Riportando al centro dell’attenzione un essere umano connesso al proprio ambiente e alla propria storia, ed inteso non solo come terreno in cui un evento morboso esercita la propria forza cieca, bensì come un vero libro non solo di segni e sintomi, ma di valori e simboli da amare ed interpretare, la medicina potrebbe influenzare di riflesso molti altri campi del vivere umano e farsene paradigma, sempre affiancando la realtà nel suo evolversi senza dogmi o esercizi di potere. Medicina - dunque- come laboratorio di buone pratiche da far scivolare in altre dimensioni del vivere umano e naturale. In una visione globale e interconnessa di amore alla realtà, forte dell’esperienza secolare di affiancamento agli esseri, ma dilatata in un incessante sforzo di “tessitura”, essa potrebbe farsi veicolo quotidiano, silenzioso ma non per questo meno incisivo, di nuovi fili di solidarietà e sapienza». Queste erano le ultime righe della mia tesi del secondo anno della Scuola di Psicoterapia ANEB intitolata Vedi, in questi silenzi… e in quella serata molti interventi delle persone presenti vertevano su una medicina più umana, sul rapporto medico–paziente. Le persone hanno sete di cura. Cura vera. Ma volevo fare un ulteriore passo, ipotizzando le ricadute di una visione ecobiopsicologica in termini di etica e di umanizzazione dei rapporti (rapporti tra esseri umani, ma anche tra uomo, natura e universo). Credo che applicando ai pensieri umani e alle decisioni politiche, sociali, economiche e culturali un “filtro” a maglie strette e saldamente ancorato ad ambiente, corpo e psiche, si potrebbero avere risvolti positivi e inattese sorprese. Vorrei mettere in rilievo l'interdipendenza e la “prossimità” che rivestono alcune realtà politico economiche, sociali e culturali apparentemente lontane o disgiunte. Un approccio ecobiopsicologico per così dire “trascina” con sé decisioni e condotte inevitabilmente etiche, ancorché di difficile gestione e sicuramente di maggiore impegno.
AUTORE: Carlo Melotti – Medico di medicina generale in pensione, Psicoterapeuta ANEB e Counselor ad indirizzo ecobiopsicologico.
References
Frigoli, D., Cavallari, G., Ottolenghi D., (2000). La psicosomatica. Il significato e il senso della malattia. Milano: Xenia.
Frigoli, D., (2019). I sogni dell'anima e i miti del corpo. Roma: Magi.
Luzi, M., (2000). Autoritratto. Milano: Garzanti.
Kavafis, C., (1961). Poesie. Milano: Mondadori.
Immagine
Roberta Facchin, Notturno al giardino giapponese, proprietà dell'Autrice, 2020