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Psicanalisi dell’aria. L’ascesa e la caduta

Psicanalisi dell’aria. L’ascesa e la caduta
Gaston Bachelard

a cura della Dott.ssa Paola Fereoli*

Sei tu sognatore, che rappresenti la grazia in evoluzione.
Senti dentro di te la forza graziosa.
Prendi coscienza di essere una riserva di grazia,
di essere un potere di volo.
Comprendi che possiedi,
dentro alla tua stessa volontà,
come una giovane foglia di lavanda,
delle volute involute.

(pag. 6)

L’appassionato viaggio nelle profondità della sostanza aerea ha inizio da un’esperienza intima: l’essere umano sa volare, in sogno. L’intento dichiarato di Bachelard è avvicinare il più possibile il lettore all’esperienza essenziale del volo per accompagnarlo a coglierne l’origine dinamica quale dimensione fondamentale della psicologia dell’immaginazione: «Se esiste un sogno in grado di rivelare il carattere vettoriale dello psichismo, è proprio il sogno di volare» (pag. 7). Il sognatore può così esperire il volo nella sua vita elementare, istintuale, come esperienza di una leggerezza sostanziale di tutto l’essere, di un movimento che possiede la continuità e il percorso di uno slancio, di una forza che viene prima delle immagini: «Dal momento che voliamo nel nostro intimo, dal momento che esiste il volo dentro di noi, tutto ci conduce verso l’alto, verso le nuvole, verso la luce, verso il cielo» (pag. 34).
Bachelard sostiene con forza che sia la sostanza stessa degli esseri aerei a volare in modo naturale nell’immaginazione dinamica, senza sforzo e senza le ali dell’immaginazione concreta poiché in ciò che si eleva per leggerezza, per vivacità, per purezza è insita la capacità di produrre il movimento alato: «Nel regno di un’immaginazione creativa aerea, il corpo dell’uccello è fatto dell’aria che gli sta intorno, la sua vita è fatta del movimento che lo trasporta» (pag. 63). Anche la purezza dell’aria ha la sua propria creatività e spetta al poeta il compito di ricrearne gli spiriti attraverso l’immaginazione aerea e «si può affermare che esistono uccelli in Natura perché esistono davvero silfidi e silfi nell’aria immaginaria» (pag. 65), come a ritrovare il percorso archetipico che riallaccia la materia alla sua spiritualizzazione.
Il movimento dinamico dell’ascesa viene completato attraverso l’approfondimento dello studio dell’esperienza della caduta, con la sicurezza che «un’immaginazione dinamica deve poter vivere il duplice destino umano della profondità e dell’altezza […] nell’atto medesimo vissuto nella sua unità» (pag. 108). Seguendo l’accordo della dialettica degli opposti l’autore suggerisce che sia la dinamicità della caduta a creare la sostanza dell’abisso; sarà compito del poeta saperla suscitare nel lettore e farla immaginare restituendola alla filosofia dell’istante per sorprenderla «nell’attimo in cui in nostro essere cede» (pag. 91). Solo allora la caduta immaginata dal poeta vivrà il suo vigore e potrà mettere in moto l’immaginazione del lettore.
Il testo è impreziosito da autori che Bachelard introduce e mette a confronto, proponendo un’attenta analisi dei processi dell’immaginazione con lo scopo di far emergere la dinamicità dei versi poetici e le forze celate nelle parole che li compongono.
In particolare, è dedicato un capitolo a Nietzsche come «modello del poeta verticale, del poeta delle cime, del poeta ascensionale» (pag. 130) che ha saputo magistralmente utilizzare la dialettica degli opposti come un complesso dinamico imprescindibile per far «tendere all’interno dei poli immaginari tutte le forze» (pag. 166). Nietzsche viene considerato il poeta dell’azione e dell’istantaneità, le cui immagini dinamiche si sviluppano con rapidità fulminea. Secondo l’autore, nei componimenti di Nietzsche l’aria «è quella sostanza infinita che si percorre d’un sol fiato con una libertà offensiva e trionfante, come il fulmine, come l’aquila, come la freccia, come lo sguardo imperioso e dominante» (pag. 140) e dove silenzio, freddo e altezza sono le radici di una medesima sostanza. Anche quando Nietzsche si rivolge al baratro ne riceve la coscienza di essere una forza nascente che sa trasmettere attraverso immagini di ascensione: «Sembra che l’abisso, come un arco sempre teso, serva a Nietzsche per lanciare le proprie frecce verso l’alto» (pag. 153).
A questo punto Bachelard amplia lo sguardo della rêverie attraverso il tema dell’aria andando a toccare diverse immagini. Si attraversa il cielo azzurro come immagine primaria che richiama la dinamica di dematerializzazione, dove «nel cielo azzurro e vuoto, il sognatore ritrova lo schema dei ‘sentimenti azzurri’ della ‘chiarezza intuitiva’, della felicità di essere chiari nei propri sentimenti, nei propri atti e pensieri» (pag. 181). Il cielo azzurro diviene il cielo stellato che è dato per sognare. La luce delle stelle produce la rêverie dello sguardo e permette a Bachelard di ricordarci che «nel regno dell’immaginazione tutto ciò che brilla è uno sguardo» (pag. 196). Le nubi della notte nascondono le meraviglie che scorrono attraverso immagini di montagne che precipitano nelle paure e si immergono in un tutto, dove «tutto l’universo si adatta alla volontà e all’immaginazione del sognatore» (pag. 199). Nella rêverie del vento anche la trasformazione dei sensi prende corpo: l’occhio che vede diviene l’orecchio stupito che sente il vento e fornisce immagini dinamiche che si spingono fino al vento furioso che minaccia e urla sino a vivere l’energia elementare della furia.
Sul finire, il vento ululante si fa soffio poetico, culla di una felice gestazione dell’aria parlante. Il respiro, insito nel soffio poetico, nasconde e rivela la lezione dell’immaginazione materiale aerea: «Prima di qualsiasi azione, l’uomo sente il bisogno di dire a se stesso, nel silenzio del suo essere, ciò che vuole divenire; sente il bisogno di confermare a se stesso e di cantare a se stesso il suo stesso divenire. Ecco la funzione volontaria della poesia. La poesia volontaria deve dunque essere messa in relazione con la tenacia e il coraggio dell’essere silenzioso» (pag. 267).

Sinossi
Il libro Psicanalisi dell’aria. L’ascesa e la caduta è lo stupore di un lungo viaggio nelle profondità della sostanza aerea. Il lettore si troverà coinvolto nell’esperienza essenziale del volo nel duplice destino umano dell’altezza e della profondità vissuto nella sua unità, e sarà accompagnato a coglierne l’origine dinamica quale dimensione fondamentale dell’immaginazione. Attraverso la contemplazione poetica dell’elemento aereo, Bachelard ha saputo generare un percorso di meravigliose rêverie piene di vita quali il cielo azzurro, le costellazioni, le nuvole e il vento, dove la poesia si fa gioia del soffio.

Bachelard G. (1943), Psicanalisi dell’aria. L’ascesa e la caduta, Edizioni RED, Milano, 2007. Titolo originale: L’air et le Songes. Essai sur l’immagination du mouvement (1943)

*Dr.ssa Paola Fereoli - Psicologa e Psicoterapeuta specializzata presso Istituto Aneb.