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Recensione del saggio “Penelope, o della radice”

MATERIA PRIMA – Rivista di psicosomatica ecobiopsicologica
Numero XXIII - Dicembre 2023 - Anno XIII

Recensione del saggio “Penelope, o della radice” di Alda Marini
di Lucia Carluccio

>>> Leggi la recensione completa qui p. 117 <<<

Il saggio di Alda Marini – Penelope, o dalla radice – tratto dal libro Le zattere di Ulisse curato dallo psicoanalista Anthony Molino, prende in esame la figura di Ulisse, ma di Penelope soprattutto si parla, giungendo a nuove e originali interpretazioni. Attraverso un’indagine accurata e acuta, viene messa in evidenza la straordinaria “fedeltà” della donna e la “Libertà” di Ulisse che, a differenza di come possa sembrare, è una condizione vissuta dall’uomo non con slancio, soddisfazione e appagamento, tutt’altro. L’avventuriero, lontano dalla sposa sola e “vedova bianca”, è inquieto, insoddisfatto, nostalgico e senza pace alcuna, con il costante pensiero rivolto alla moglie lontana, eppur vicinissima, anzi, dentro di sé come presenza fissa e imperante.
Alda Marini fa riflettere il lettore su come la prospettiva debba essere rovesciata: non è Penelope, in realtà, ad essere in attesa, è Ulisse che attende di tornar da lei. La figura della donna è così dominante nella vita dell’uomo da definirgli un’identità. Lei era «incastonata nell’aria come un gioiello nella sua corona» dice Ulisse riferendosi a Penelope nel romanzo Circe di Madeline Miller.

AUTRICE: Lucia Carluccio – Laureata in lettere moderne con Laurea Specialistica in Linguistica è docente di Lettere e autrice di varie pubblicazioni fra le quali si ricorda il romanzo “Il Cigno e la Ballerina” vincitore della seconda edizione del Premio Letterario Internazionale Dario Abate Editore e la raccolta di poesie “Nitida dallo spessore del cielo” Bertoni Editore.