Home Verso un'ecologia della mente

Verso un'ecologia della mente

Verso un’ecologia della mente
Gregory Bateson

a cura di Dr. Aurelio Sugliani

 

La saggezza è saper stare con la differenza
senza voler eliminare la differenz
a.
G. Bateson

Uno degli studiosi più “trasversali” nell’ambito delle scienze ecologiche è senza dubbio Gregory Bateson. Biologo di formazione, antropologo di professione, epistemologo per necessità… e ancora: etnologo, etologo, studioso di logica e della comunicazione. Bateson si pone come un esploratore – la scienza esplora, non spiega, afferma – della mente alla ricerca delle “strutture che connettono” (patterns) che lo portano a domandarsi «Quale struttura connette il granchio con l'aragosta, l'orchidea con la primula e tutti e quattro con me? E me con voi? E tutti e sei noi con l'ameba da una parte e con lo schizofrenico dall'altra?»
In questo testo Bateson cerca di fondare una nuova scienza che si propone di esplorare l’ecologia della mente, che a suo parere è “intossicata” dalla epistemologia cartesiana dove tutto è diviso, segmentato, separato. Il dualismo cartesiano ha permeato (e permea tuttora) le riflessioni dei ricercatori dove viene dato il primato alla “finalità cosciente”. Scrive Bateson: «La coscienza finalizzata estrae, dalla mente totale, sequenze che non hanno la struttura ad anello caratteristica della struttura sistemica globale. Se si seguono i dettami ‘sensati’ della coscienza, si diviene in realtà avidi e stolti: e per ‘stolto’ intendo colui che non riconosce e non si fa guidare dalla consapevolezza che la creatura globale è sistemica».
Il testo, solo apparentemente dismogeneo, spazia fra l’antropologia, la clinica, la biologia e l’epistemologia, ma in tutti i capitoli Bateson evidenzia come sia centrale il tema della relazione - la relazione viene per prima, precede afferma – intesa come l’elemento che consente di studiare i vari aspetti del reale, che siano parziali o totali, sia dinamici che statici.
L’autore invita il lettore a riflettere su concetti come sacramento, entropia, sintassi, gioco, omologia, metafora, tipo logico, quantità, struttura, nome, classe, pertinenza, energia, ridondanza, forza, probabilità, parti, tutto, informazione, tautologia, massa, spiegazione, descrizione, topologia, ecc., proprio per disarticolare quelle ermeneutiche riduttive dove prevale un pensiero “rarefatto”, corticale, quantitativo-numerico e in cui viene espunta qualsiasi altra modalità riflessiva.
Per Bateson l’approccio epistemologico/conoscitivo si basa sui sistemi cibernetici (in particolar modo la cibernetica di II ordine in cui l’osservatore è compreso nel sistema che osserva), definiti, in senso esteso, dall’autore come mente. La mente è «il sistema totale che elabora l'informazione e che completa il procedimento per tentativi ed errori» e la sua modalità procedurale si basa sul cogliere le differenze. Quest’ultime non stanno nelle cose, ma nei loro rapporti (la relazione appunto), e sono svincolate dalla dimensione spazio-temporale.
Per declinare il concetto di differenza, Bateson prende a prestito la metafora di Korzybski dove afferma che “la mappa non è il territorio”, dove la mente sta alla mappa come la realtà oggettiva al territorio. La differenza, o meglio ancora le trasformate delle differenze, viene veicolata dal territorio alla mappa.
Tra tutte le enormi differenze esistenti nella realtà (il territorio), la mente/mappa ne prende in considerazione solo una parte e la codifica come informazione. Quest’ultima afferendo ai circuiti mentali diventa un’idea.
Facendo riferimento a un testo di C.G. Jung, “Septem Sermones ad Mortuos”, Bateson riprende due termini di derivazione gnostica per differenziare tra il mondo fisico del pleroma - che è la dimensione del mondo dei non viventi, il mondo delle palle da biliardo e delle galassie che opera sulla base delle forze e degli urti – e il mondo mentale della creatura – che funziona invece secondo le differenze; ma la mente rimane sempre immanente al sistema, che ne astrae le proprietà grazie alla modalità di cogliere le differenze.
Tra le tante riflessioni che offre questo testo, c’è da considerare anche lo studio fra ambiente e cultura, con i relativi anelli ricorsivi, che portano allo strutturarsi di modalità relazionali basati sul principio della schismogenesi, che può essere simmetrica o complementare. Questo principio, secondo Bateson, si può applicare anche ad altri dominii che non si limitano alle relazioni individuali, ma si possono estendere ai vari gruppi, nazioni, ecc. e potrebbe anche essere un principio esplicativo negli ambiti dell’economia, dell’ecologia e dell’evoluzione.
Altro elemento portante delle riflessioni di Bateson è il concetto di “double bind” (doppio vincolo) che tanto successo ha avuto in ambito psichiatrico come possibile etiologia nella genesi della schizofrenia, anche se successivamente l’autore ritiene che questa modalità comunicativa paradossale possa ingenerare anche aspetti di tipo creativo o trovare soluzioni ai problemi con un pensiero divergente.
Nelle sue considerazioni Bateson rimarca continuamente il tema della divisione e della separazione del pensiero cartesiano: «È il tentativo di separare l'intelletto dall'emozione che è mostruoso, e secondo me è altrettanto mostruoso (e pericoloso) tentare di separare la mente esterna da quella interna, o la mente dal corpo». È questo il motivo che induce Bateson alla ricerca di una ecologia delle idee, e cioè una continua riflessione sui rapporti tra l’uomo e l’ambiente.
Per pervenire a una nuova modalità di vivere in modo “saggio”, bisogna fare in modo, sottolinea l’autore, di mantenere un costante rapporto fra la coscienza e l’inconscio, e la mente individuale con la mente più ampia dell’ecosistema.
L’arte, la musica, la religione, la poesia, la contemplazione della natura – e aggiungiamo noi la psicoterapia – sono tutti strumenti che consentono la “connessione” a quella vasta mente ecologica, dove l’uomo e l’ambiente coesistono e coevolvono.

  • Gregory Bateson, Verso un’ecologia della mente, Adelphi, Milano, 2007
     

*Dr. Aurelio Sugliani - Laureato in psicologia. Responsabile Gestione Sistemi informatici e Area web ANEB. Collaboratore di Materia Prima. Autore dei libri “Tex Willer. Tra mito e archetipo” e “Voci, racconti e narrazioni del corpo”.